La Vespucci prende sotto le sue vele i diritti dei bambini

La nave scuola della Marina è stata nominata dall’Unicef «Goodwill ambassador». Come Audrey Hepburn e Angelina Jolie

La Vespucci prende sotto le sue vele i diritti dei bambini

Genova - Il suo fascino non ha età: con lo scafo dipinto di nero e due fasce bianche corrispondenti ai ponti armati degli antichi velieri. Ma non è certo per questo che l’Amerigo Vespucci, la nave scuola della nostra Marina militare, da ieri è diventata anche Goodwill Ambassador dell’Unicef «per trasmettere a tutti i giovani un messaggio di pace, convivenza e rispetto reciproco».
L’incarico di ambasciatore di buona volontà è tutto racchiuso nella piccola bandiera blu che sventola sopra la stazione segnale della Vespucci, il luogo dove tutte le navi guardano. È stata scelta l’ammiraglia della Marina militare perché dal 1925, quando la Regia Marina decise di farla costruire ispirandosi ai vascelli del ’700, «insegna ai giovani i valori di sacrificio e solidarietà, ora ancor più di prima», come scandisce Luca Antonelli, comandante dei cadetti. Goodwill Ambassador come Roger Moore, Audrey Hepburn, Angelina Jolie e persino la bambola Barbie, gratificate in passato di un simile riconoscimento. Da ieri c’è anche l’Amerigo Vespucci, «una unità nella quale si formano da generazioni i nostri marinai, molti dei quali saranno chiamati a operare nelle missioni internazionali all’estero con il loro bagaglio di professionalità e capacità», sottolinea dal canto suo il sottosegretario alla Difesa Lorenzo Forcieri, durante la premiazione avvenuta nel corso della Tall Ships’ Races Mediterranea 2007, regata dei grandi velieri approdata a Genova sabato scorso.
A salutare il vecchio gigante della Marina militare sulle banchine c’erano almeno cinquemila persone. Perché il fascino della nave ammiraglia resiste all’usura del tempo. Popolare come le personalità del mondo dello spettacolo, della ricerca, dello sport e di altre istituzioni come il Corpo dei vigili del fuoco. Il Capo di Stato maggiore della Marina, l’ammiraglio Paolo La Rosa, è pronto a raccogliere la nuova sfida: «È la nostra coscienza a chiamarci a farlo, la nostra identità di marinai». Il gigante e i bambini. L’Amerigo Vespucci come strumento di pace e solidarietà «affinché tutti i bimbi del mondo possano condividere un futuro in cui la qualità della vita non sia erosa dalla guerra e dalla morte» sintetizza il presidente di Unicef Italia Antonio Sclavi. Obbediente al suo motto «Non chi comincia, ma quel che persevera», secondo l’ammiraglio La Rosa il Vespucci «saprà essere un Goodwill Ambassador tutto particolare pronto a spiegare le sue vele e solcare i mari del mondo per diffondere il messaggio di impegno e di speranza per i milioni di bambini che Unicef aiuta».
Progettata da Francesco Rotundi, l’Amerigo Vespucci è stata costruita nei cantieri di Castellammare di Stabia nel 1930 e varata il 22 febbraio 1931. Dal 1946 al 1955 è stata l’unica nave scuola a vela della Marina militare italiana fino all’entrata in servizio della goletta Palinuro. Il poco vento trovato davanti alla Costa azzurra l’ha penalizzata nel corso della regata Mediterranea come le altre unità della nostra Marina Militare: ottava l’Amerigo Vespucci, undicesima la Palinuro, dodicesima nave Italia.

Prima Pandora, l’imbarcazione armata dal milanese Marco De Amici scelta per girare produzioni televisive e cinematografiche, da Horhnblower a Elisa di Rivombrosa. Famosa, quasi come l’Amerigo Vespucci. Che però guadagna il primo premio della solidarietà.

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