Roma Chiude la giornata tra brindisi e sorrisi, a cena in zona Eur, con Renata Polverini e i suoi mille invitati (la sottoscrizione minima è di mille euro a coperto). E si presenta in gran spolvero al Palacongressi superblindato, a sostegno della candidata Pdl alla presidenza della Regione. Anche se «sarebbe inutile fare campagna elettorale, visto che nel Lazio abbiamo già vinto». Una battuta delle sue per rompere il ghiaccio, accompagnata più in là da una seconda, destinata però a fare molto più rumore: «Quando vedo le donne perdo il filo... Fossero tutti così gli italiani. O preferite quegli altri? Marrazzo, per esempio? Sono cattivo, mi andrò a confessare». C’è spazio pure per un nuovo affondo alla «sinistra giustizialista e forcaiola, ammanettata da Di Pietro», ma è nel pomeriggio, al Tempio di Adriano, a due passi da Palazzo Chigi, che il Cavaliere si sbottona davvero.
E per porre fine ai continui retroscena sul patrimonio di casa da spartire, Silvio Berlusconi prova a fare chiarezza. Tanto per cominciare sul «rapporto con la signora», ovvero Veronica Lario: «Non riguarda la divisione patrimoniale, ma bisogna solo decidere dove andrà ad abitare e quale assegno mensile dovrò corrisponderle. Mi dispiace dire queste cose in pubblico, ma non sono stato io a far diventare pubbliche cose private». E visto che si è in tema, ribadisce: «Non ho nulla di cui pentirmi o che vorrei cambiare, ho sempre agito con senso di responsabilità e di rispetto nei confronti di tutti e dunque non ho né rimpianti né rimorsi».
Ma non finisce qui. Il leader Pdl approfitta della sfilza di domande, rifilategli durante la presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, Donne di cuori, per soffermarsi anche sulla presunta querelle tra i suoi cinque figli. «Stanno benissimo insieme e non c’è nessuna difficoltà di rapporto con loro», premette, per poi assicurare: «Si vocifera sempre di contrasti tra Marina e Barbara sulla Mondadori, ma non esiste nulla di tutto questo. La Mondadori è affidata da molti anni a Marina, che la sta gestendo molto, molto, molto bene con i manager - precisa il premier, dinanzi a Maurizio Costa, amministratore delegato e vicepresidente dell’azienda, seduto in prima fila - e continuerà ad essere lei a gestirla». E Barbara? «È una ragazza molto intelligente, si sta laureando credo con il massimo dei voti, ha voglia di fare, avrà la possibilità di scegliere tante altre strade nell’ambito del gruppo diversificato e certamente sarà una scelta che il papà sosterrà».
Famiglia, ma non solo. Partiamo dalla giustizia. È «ferma intenzione» del governo fare la riforma entro la legislatura e «il fatto che il processo breve non sia all’ordine del giorno della Camera deve cambiare». Intanto, «la cosa che mi dà più fastidio - dice il premier - è vedere scritto che il Parlamento si occupa solo dei problemi giudiziari del presidente del Consiglio. La verità è che non ho problemi giudiziari, ma solo aggressioni giudiziarie. E posso giurare che nessuno dei fatti di cui mi si accusa sono veri». Come a dire: «Non si può governare sempre attaccati da pubblici dipendenti quali sono i giudici».
Inevitabile un accenno alle recenti dichiarazioni di Massimo Ciancimino sulla nascita di Forza Italia: «Non state dietro a cose che nulla hanno a che fare con la realtà. Ormai, in questo Paese, siamo alla giustizia spiritica, con qualcuno che riferisce parole di qualcuno che è morto da diversi anni». E la legge sui pentiti di mafia? «Sono d’accordo sul fatto che vada cambiata», ma «il senatore Valentino ha presentato questo tipo di riforma senza preparare però il terreno: è convincimento invece del governo che debba essere inserita nell’ambito della completa riforma della giustizia». Comunque sia, «le dichiarazioni dei pentiti devono avere riscontro nei fatti».
Si giunge al caso Boffo: «Non l’ho mai conosciuto ma sono comunque dispiaciuto che sia stato attaccato dalla stampa». Quando però gli chiedono se l’ex direttore de L’Avvenire debba avere un «risarcimento», il presidente del Consiglio replica con una battuta: «Ritengo di essere io il campione internazionale assoluto come vittima di attacchi della stampa».
E a proposito dei «quotidiani che riportano in gran parte notizie non vere», il Cavaliere apre una parentesi sulla possibile nomina di Mario Draghi alla presidenza della Bce, smentendo veti tedeschi: «Non mi risulta».
Governo e Pdl: sul primo versante, «non ho mai pensato di fare Gianni Letta vicepremier, perché svolge benissimo il suo ruolo di sottosegretario», chiarisce Berlusconi, che considera Giancarlo Galan un potenziale «ottimo ministro dell’Agricoltura». D’altronde, «sono convinto che Roberto Cota», il leghista che in caso di sconfitta prenderebbe il posto del collega di partito Luca Zaia, «sarà il governatore del Piemonte». Allargando poi il discorso all’alleanza con i centristi, il Cavaliere ricorda di avere «sempre ritenuto molto positivo il bipolarismo», tenendo aperta una finestra: «Aspettiamo ancora che l’Udc venga con noi, come già succede nel Ppe».
«Assolutamente sereno» sull’esito delle Regionali, il premier garantisce che «non ci saranno in lista né veline né parenti» e riferisce il suo obiettivo: «In partenza siamo 11 a 2 per loro, se finisse 10 a 3 o 9 a 4 sarebbe positivo.
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