Milano, San Bernardino ai morti e le sue ossa

A pochi passi dal Duomo di Milano sorge un antico e singolare santuario con mura ricoperte da teschi e ossa, si tratta di San Bernardino ai morti. Questa è la sua storia

Milano, San Bernardino ai morti e le sue ossa

Noto come San Bernardino ai morti ma anche come San Bernardino alle Ossa è un antico santuario dall'aspetto singolare che narra una vicenda misteriosa, non priva di leggende e aneddoti. Passeggiando nei pressi del Duomo è impossibile non imbattersi nella sua struttura squadrata, collocata a pochi passi dalla vicina basilica di Santo Stefano Maggiore in quella che un tempo era nota come Stretta dei Morti ora vicolo San Bernardino. A caratterizzare questa singolare struttura è il piccolo santuario annesso, dove è presente un altare con una nicchia dove svetta la statua della Madonna Addolorata in ginocchio davanti a Gesù morto. Ma l'immagine religiosa non è la vera attrattiva della stanza, bensì le pareti della stessa: completamente ricoperte da teschi, tibie e ossa a ricreare una macabro motivo decorativo.

San Bernardino ai morti, la storia

San Bernardino ai morti santuario

La presenza di questo particolare santuario spesso sfugge anche alla conoscenza degli stessi milanesi, fuorviati dalla struttura del luogo stesso. Eppure la chiesa di San Bernardino ai morti è il suo ossario sono facilmente raggiungibili e identificabili, perché proprio alle spalle del Duomo di Milano. Collocate in piazza Santo Stefano vantano origini antiche, il complesso risalirebbe al 1127 per volere del cittadino milanese Gottifredo de Busseri che qui vi fondò l'Ospedale di San Barnaba in Brolo. Noto come la terza struttura utilizzata per accogliere i trovatelli della città, e che con il tempo vide anche l'affiancamento di una seconda costruzione - l'Ospedale di Santo Stefano alla ruota.

I due complessi, fusi insieme, divennero un unico ospedale pronto a ospitare anche molti malati, in particolare quelli colpiti dalla lebbra. A pochi passi venne creato anche un cimitero per la sepoltura i defunti che, con il tempo, risultò troppo piccolo per il numero diei decessi. Per questo venne realizzata una stanza dove accogliere tutte le ossa dei morti, un vero e proprio ossario, seguito nel 1269 dalla costruzione della vicina chiesa intitolata a Maria Addorolorata e ai santi Ambrogio e Sebastiano. Dedicata, solo nel XV secolo, a San Bernardino da Siena per opera della confraternita dei Disciplini.

San Bernardino alle ossa e le sue macabre decorazioni

San Bernardino ai morti, volta affrescata

La nascita dello stile decorativo delle pareti del piccolo santuario risalirebbe al 1642, quando il campanile della vicina basilica crollò rovinosamente sulla struttura di San Bernardino. Per la sua costruzione e rifacimento vennero coinvolti Carlo Buzzi e il suo allievo Gerolamo Quadrio che decisero di utilizzare tutte le osse e i teschi presenti, decorando letteralmente le pareti del piccolo santuario. Una disposizione artistica e fortemente scenografica, affascinante e macabra al contempo, in grado da circondare il piccolo altare e tutti muri presenti. Mentre la volta fu affrescata da Sebastiano Ricci, intitolata Trionfo di anime in un volo di angeli, asimboleggiare le anime che raggiungono il paradiso in un tripudio di colore e bellezza. Un'immagine in totale contrapposizione con la cromia scura e la conformazione della stessa stanza.

Una costruzione così singolare ma anche così affascinate tanto da catturare la curiosità di Giovanni V, Re del Portogallo, che giunse a Milano per visitarla per poi fa costruire una struttura simile a Evora, vicino a Lisbona, nota come "Capela dos Ossos". La conclusione dei lavori della faccia della chiesa rimase incompiuta per molti anni, come lo stesso ossario. Ma un devastante incendio ne minò la struttura che venne rifatta nel 1712, per opera dell'architetto Carlo Giuseppe Merlo, che conferì la fisionomia attuale a pianta centrale con cupola ottagonale e collegata tramite un corridoio all'ossario stesso.

Leggende e aneddoti misteriosi

San Bernardino ai morti, dettaglio

La storia di San Bernardino alle ossa è circondata da aneddoti e leggende, con il tempo le narrazioni legate alla nascita dell'ospedale vennero accantonate in favore di storie cupe e misteriose. Secondo i racconti giunti fino a noi le ossa presenti sarebbero riconducibili ai cittadini milanesi, caduti nel combattere l'eresia ariana all'epoca di Sant'Ambrogio. Martiri cristiani uccisi per mano dei Goti, tanto che il loro sangue versato si separò da quello degli oppressori tramutandosi in una ruota che rotolò contro il portone di Santo Stefano. Altri invece riconducono la presenza delle ossa ai corpi dei religiosi e delle persone in forze nell'antico ospedale ma anche agli orfani e ai carcerati. Un luogo sicuramente singolare sin dal suo ingresso, una porta piccola quasi laterale che introduce in un piccolo atrio con visuale sull'interno della chiesa.

Per raggiungere l'ossario è necessario svoltare a destra, percorrere un piccolo e stretto corridoio dove è presente un piccolo altare e svariati ex voto. Per poi accedere alla stanza con le ossa, dalle pareti scure, altissime e tutte ricoperte da ossa, tibie e teschi ben composti e protetti da reti. Secondo le narrazioni il corpo di una bambina sarebbe sepolto accanto all'altare e, la notte del primo novembre, riprenderebbe vita con gli scheletri presenti. Insieme danzerebbero nella cappella, tanto che il rumore delle ossa in movimento si sentirebbe all'esterno della stessa struttura. Un'altra leggenda sarebbe legata alla presenza di un monaco, murato vivo nel campanile della vicina basilica di Santo Stefano. Il suo fantasma vagherebbe da secoli nella torre, mentre le sue urla sarebbe percepibili anche dai passanti.

La confraternita dei Disciplini

San Bernardino ai morti, parete

Le vicende di San Bernardino ai morti sono legate a stretto giro alla presenza di una particolare confraternita, quella dei Disciplini. Una congregazione di laici intenti a occuparsi dei malati e a pregare per la salvezza delle anime dei vivi e dei morti. Riconoscibili dal lungo saio che copriva l'intero corpo, compresa la tesa con un cappuccio chiuso con lo spazio solo per gli occhi. La schiena risultava scoperta per mostrare i segni dell'autoflagellazione che praticavano con costanza, mentre un teschio pendeva dal cordino della cintura.

A loro fu affidata la custodia dell’ossario dell’ospedale del Brolo e della piccola chiesa annessa, che contribuirono a ricostruire. Gli stessi sono sepolti nella chiesa in un luogo nascosto e inacessibile, protetto da una grata di ferro collocata sul pavimento proprio al centro della struttura.

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