Viaggio nel laboratorio che crea ore da sogno

Per la prima volta la fabbrica della Rolex rompe la regola della segretezza e apre a un giornalista. Gli impianti vicino a Ginevra combinano controlli artigianali a robot di alta precisione. Per sforare l'orologio più desiderato al mondo

Viaggio nel laboratorio che crea ore da sogno

È un po’ come entrare nella fabbrica dei sogni, quei sogni che si chiamano Rolex e che si materializzano sul polso di uomini e donne sotto forma di uno degli orologi non solo più desiderati in tutto il mondo, ma anche dei più concupiti da ladri.
La fabbrica dei sogni, eccezionalmente aperta per una visita, è in realtà un gigantesco e ipermoderno complesso che occupa circa 6.500 addetti e che si sviluppa in 4 siti produttivi, in ognuno dei quali vengono portate a termine determinate lavorazioni.


Ad Acacias, nei dintorni di Ginevra, si trova la sede centrale, un parallelepipedo d'acciaio e vetro verde di 11 piani che ospita gli uffici amministrativi, commerciali e di comunicazione; lo affiancano altre due grandi costruzioni, in acciaio e vetri grigio scuri, che si sviluppano su quattro piani fuori terra e cinque sotterranei; qui si trovano i reparti di ricerca, design, sviluppo e gli orologi vengono assemblati e sottoposti ai test di affidabilità finali prima della vendita. Inoltre, c'è il magazzino automatizzato: due enormi silos interrati, alti 12 metri, che contengono tutti i particolari che compongono e l'orologio (in media oltre 200 elementi) e il bracciale. Il sistema è completamente computerizzato: automaticamente, braccia meccaniche e nastri trasportatori agganciano e instradano le scatole con i vari componenti, e dal momento della richiesta fino alla consegna al reparto del pezzo, che viene prelevato tra i 60mila componenti presenti in stock, passano al massimo 10 minuti.

Un sistema sofisticato che non può che sbalordire, ma che è indispensabile considerata l'entità della produzione. Rolex non fornisce cifre, l'azienda è una specie di Fort Knox sotto tutti i punti di vista, ma qualche ipotesi si può azzardare. Si stima, infatti, che la produzione si aggiri intorno alle 600-800.000 unità l'anno. Ciò significa, considerando che i giorni lavorativi dell'anno in Svizzera siano più o meno 230, produrre 2.600 orologi ogni giorno. È una cifra impressionante, soprattutto alla luce dell'altissima qualità costruttiva.

Per fare numeri così e qualità costante nel tempo non basta il lavoro artigianale romanticamente inteso, al posto del maestro orologiaio che monta orologio per orologio servono sistemi meccanizzati ad alta precisione. «La nostra scala dei valori - dicono alla Rolex - vede ai primi posti la precisione, l'impermeabilità, la robustezza, la durata nel tempo, la facilità d'uso e l'assistenza su scala mondiale. Ci consideriamo dei leader della tecnica, ma evitiamo volutamente le soluzioni troppo complesse».

Fondata nel 1905 da Hans Wilsdorf, un tedesco trasferitosi a Ginevra, l'azienda orologiera cominciò a firmarsi Rolex a partire dal 1908 e la genesi misteriosa del marchio fu spiegata, anni addietro, dallo stesso Wilsdorf: «Volevo un nome corto, facile da ricordare e da pronunciare in ogni lingua; provai mischiando e rimischiando tutte le lettere dell'alfabeto, finché un giorno, improvvisamente, mi venne in mente quella combinazione». Ma al di là della riuscita del nome - oggi uno dei marchi più prestigiosi al mondo - a Wilsdorf si devono molte fondamentali innovazioni. Prima di tutto l'aver visto molto lontano puntando sui modelli da polso, già nei primi anni del secolo scorso, quando l'orologio maschile era nel 99,9 % dei casi da taschino, e poi per aver ideato e realizzato, difendendole con una molteplicità di brevetti, soluzioni per la tenuta stagna, l'invenzione della cassa Oyster; la carica automatica, il movimento Perpetual; la precisione di marcia, riconosciuta da un certificato cronometrico ufficiale.

Impermeabile, automatico e preciso, ecco i tre pilastri fondamentali su cui è stato costruito l'impero Rolex, che oggi ha nel sito di Plan-les-Ouates - un complesso di sei fabbricati di 65 metri di lunghezza per 30 di larghezza situato sempre nei dintorni di Ginevra - il centro per lo sviluppo e la produzione delle casse e dei bracciali. Oltre alla lavorazione delle parti in acciaio ospita una fonderia dove si realizzano le tre leghe esclusive e brevettate d'oro (il giallo, il bianco e il rosa ottenuti con una percentuale di platino e con l'oro di titolo 760) che conferiscono un colore particolare e una inalterabilità nel tempo alle casse e ai bracciali. Qui si compiono pure i test di tribologia, ovvero si fanno, mediante robot, prove di affaticamento di fermagli, pulsanti e maglie che corrispondono a un uso ininterrotto di 15 anni senza interventi di revisione.

A Chêne-Bourg, un altro edificio lungo 160 metri nei dintorni di Ginevra, si realizzano i quadranti - partendo da piastrine di rame, d'oro, di platino, di madreperla o di meteorite - si incastonano le pietre preziose e c’è il laboratorio di gemmologia per il controllo del colore e della purezza delle gemme impiegate, tutte di prima categoria. A Bienne, invece, c'è il grande stabilimento dove vengono prodotti i movimenti di manifattura.

Per le fasi finali, ovvero l'assemblaggio di cassa, quadrante, movimento e bracciale e veder nascere l'orologio completo, si ritorna alla sede centrale di Acacias, in grandi laboratori dove l'aria è filtrata per evitare anche il più minuscolo granello di polvere.
Ogni orologio viene controllato individualmente. Per l’impermeabilità la cassa viene una prima volta scaldata e poi sul vetro si fa cadere una goccia d'acqua fredda: se all’interno non si forma condensa, l'impermeabilità è assicurata. Successivamente, l'orologio finito viene testato in immersione, riproducendo una pressione superiore dal 10 al 25 per cento della tenuta stagna garantita.
Ci si affida, invece, ancora all'occhio dell'uomo per scoprire, orologio per orologio, eventuali imperfezioni dei particolari o l'ingresso di un granello di polvere.

Il viaggio nella fabbrica dei sogni è finito, ma più che una fabbrica ci è sembrato di entrare in un centro avanzato di ricerca tecnologica o biomedicale, tanto gli ambienti sono lindi, aerati, illuminati e spaziosi.

L'atmosfera ben lontana da quella di un'industria meccanica che nel suo settore non solo è un colosso, ma anche un mito, uno status symbol e che ha per simbolo una corona a 5 punte: cinque, proprio come le lettere che formano il marchio Rolex.

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