Max Pezzali, nessuno si immaginava che il suo primo brano dopo 4 anni fosse dedicato alle Discoteche abbandonate.
«Credo sia giusto tornare con musica nuova quando si ha qualcosa di nuovo da dire».
In questo caso?
«È un omaggio a un mondo, quello delle discoteche, che è stato demonizzato ma ha avuto un rilievo culturale».
Perché demonizzato?
«Perché sembravano il centro del male. Dopo le Bestie di Satana c'erano le discoteche. Poi si è visto com'è andata: il disagio si è comunque manifestato in altri modi e in altri mondi».
Come?
«Le discoteche di provincia sono chiuse o si sono trasformate. Ma le movide esprimono spesso lo stesso disagio».
Max Pezzali parla su di un pullman in direzione Pavia dove discoteche come il Docking sono state il crocevia della sua gioventù: «Qui alla fine degli anni Ottanta ho visto un grande show, che ora si direbbe transgender, importato da Ibiza e allestito in pochi metri quadrati, era un modo provinciale per far capire di essere arrivati prima degli altri». E in effetti il brano Discoteche abbandonate è un omaggio anche sonoro a quel mondo di fine '80 e inizio '90: «Ragioniamo su un periodo ben preciso e quindi il brano esce solo nelle radio, su YouTube e in formato fisico, niente piattaforme». Abituato a dare immagini precise e punti di riferimento chiari, stavolta Pezzali illumina un'epoca che è appena dietro l'angolo ma sembra lontana anni luce: «C'era la dance, che non era ancora edm (ossia electronic dance music - ndr) e quindi era deprecata dagli appassionati di musica colta, era marginalizzata».
Il brano però non è nostalgico.
«No è una foto di quel tempo per come la vedo io. Per me è stata un'epoca affascinante perché non c'era la visibilità totale di oggi, ma tutto era raccontato, c'era ancora la tradizione orale. Per vedere i posti o viverli, dovevi andarci per davvero».
Oggi?
«Oggi c'è il cinismo del sapere tutto».
Nel video compaiono molti deejay simboli dell'epoca, da Joe T Vannelli a Fargetta ed è dedicato a Claudio Coccoluto.
«Per me lui è stato essenziale, ho partecipato a tanti eventi in cui difendeva la cultura della notte. Non riesco a pensare a quel mondo senza pensare a lui».
A proposito, da tanto tempo Pezzali non incide un disco intero.
«C'è proprio bisogno di un album di Max Pezzali nel 2024? Mi metto nei panni dell'ascoltatore, eh, che magari pensa ma questo qui a 56 anni cosa vuole dire? Di certo voglio pubblicare punti di vista solo miei, qualcosa insomma di non ancora trattato».
In ogni caso c'è un tour negli stadi, che inizia a Trieste il 9 giugno.
«Ci sto lavorando, ci sarà un momento discoteca, magari invito alcuni deejay. Sicuramente, come l'altra volta, ci saranno personaggi ricorrenti. Ma la vera novità saranno canzoni che magari non canto da 30 anni».
Anche l'altro 883 Mauro Repetto sarà in tour nei teatri.
«Lo sa che Mauro Repetto era di fatto un residente del Docking? Non un Dj resident, eh, ma era sempre al Docking, viveva sui divani, è stato un po' il luogo dei paninari. Ora vuole giustamente raccontare il suo rapporto con gli 883».
A proposito, c'è qualcuno che oggi ricordi gli 883, una sorta di erede?
«L'idea dei Pinguini Tattici Nucleari è la versione moderna di quello che facevamo noi. Riccardo Zanotti è un ottimo compositore e le persone vanno a vedere i loro concerti semplicemente perché sono divertenti».
Ma che rapporti ha con i suoi classici come Hanno ucciso l'uomo ragno?
«Per me i miei classici sono come parenti».
Non ci litiga mai? A qualche suo collega capita spesso.
«Quando li canto è come se ritornassi un po' anche io a quei momenti, non ho alcun problema a interpretarle sempre e lo faccio davvero con lo stesso entusiasmo».
Si parla del
prossimo presentatore di Sanremo. Tutti gli anni qualcuno la include tra i possibili concorrenti. Torna o no?«Mi sono reso conto di essere un maratoneta e il Festival ogni sera è come una finale dei 100 metri...».
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