Viale Umbria, la Procura contro entrambi i guidatori

Sono state chiuse le indagini per i conducenti delle due vetture che scontrandosi uccisero Nasr, 18enne a Milano in vacanza, lo scorso 1 agosto

Viale Umbria, la Procura contro entrambi i guidatori
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Era diretto, insieme ai genitori, al museo della Scienza e della Tecnica, quando ha deciso di imboccare via Colletta. «Conosco una scorciatoia», avrebbe detto alla madre Karl Nasr, 18 anni, passaporto libanese e canadese, di Beirut, lo scorso 1 agosto. Era a Milano in vacanza, come succedeva sempre una volta all'anno, dal 2016. All'incrocio con viale Umbria, a due passi dalla scuola primaria e dal centro commerciale, ha trovato la morte. Un'auto gli è piombata addosso all'improvviso mentre era sul marciapiede, ed è rimasto schiacciato contro un palo, dove ancora oggi i passanti incrociano i fiori che ricordano la sua vita falciata troppo giovane. A quasi un anno dall'incidente, entrambi i conducenti delle auto che erano entrate in collisione quella mattina intorno all'ora di pranzo, rischiano il processo per omicidio stradale in cooperazione colposa. Secondo la procura di Milano, che ha da poco notificato l'avviso di conclusione delle indagini di solito propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio, entrambi i guidatori sono corresponsabili dello schianto per avere violato il codice della strada e, di conseguenza, della morte del ragazzo.

Le due vetture che sono entrate in contatto erano una Audi Rs7 e una Renault Captur: la prima, con a bordo il 52enne F.C., che era da poco ripartita dopo il semaforo in piazzale Lodi, proveniva da viale Umbria a una velocità di circa 70 chilometri orari, come ha stabilito una perizia cinematica disposta dal pm Antonio Cristillo. Non a grande velocità, ma comunque sopra il limite consentito in città che è di 50 chilometri orari. La seconda auto, guidata dalla 39enne A.R., ha fatto il resto: nel tentativo di fare inversione a U, per imboccare viale Umbria ma in senso opposto (verso piazzale Loreto) ha invaso di fatto la carreggiata, tagliando la strada all'altra vettura. Un impatto che è stato inevitabile a causa delle due condotte ritenute, al termine delle indagini condotte dalla polizia locale, entrambe colpose. L'Audi ha attivato da sola la frenata automatica, ma si è comportata come una pallina da biliardo: il guidatore non aveva più il controllo del mezzo e non ha potuto fare altro che finire addosso al ragazzo. Entrambi i conducenti sono risultati negativi all'alcol test e agli esami tossicologici. Trasportato al Niguarda in condizioni disperate, il ragazzo era stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico ma è morto nella notte. Anche la madre di Karl si era fratturata una spalla, mentre la 39enne alla guida della Renault venne dapprima trasportata al pronto soccorso e poi dimessa con 20 giorni di prognosi.

Il giovane, grande

appassionato di cucina, stava progettando un viaggio in Giappone con uno dei suoi cugini. Era stato anche ammesso all'Aub, l'American University of Beirut, per studiare Biologia e Medicina. Aveva un fratello maggiore di nome Elias.

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