Viene operata al seno sbagliato, ora è invalida

PROCESSO Il 20 maggio la prima udienza. L’ospedale: «Confidiamo in un sereno dibattito»

Tutto è cominciato con un semplice esame di controllo al seno, roba di routine. Ma si è concluso nel peggiore dei modi: con un’operazione inutile e una semi paralisi perenne. Protagonista della brutta storia di malasanità è Maria Antonietta Maturo, una donna 47enne residente a Biandronno, un piccolo comune sul lago di Varese. Le viene asportato il seno sbagliato per un tumore che non c’è. La malcapitata non può fare altro - magra consolazione - che affidarsi alle vie legali e fa causa all’ospedale dove il suo incubo è cominciato (a Saronno) e alla clinica dove ha subito l’intervento (la Macedonio Melloni).
Nel 2007 la donna, originaria di Foggia, si accorge della presenza di qualche nodulo al seno e subito si rivolge a uno studio privato di Milano per le analisi. Poi porta i vetrini all’ospedale di Saronno per l’esame citologico. Ma c’è qualcosa che non va: i vetrini vengono riferiti al seno destro, mentre il tumore è al seno sinistro. Vista l’incertezza, Maria Antonietta decide di rivolgersi ad altri per mettere luce sulle «discrepanze» registrate. Prende appuntamento con i medici della clinica Macedonio Melloni di Milano, dell’aziende ospedaliera Fatebenefratelli. La diagnosi arriva, pungente: cancro da operare con urgenza.
I medici milanesi le consigliarono l’intervento chirurgico ma, una volta asportato il seno e sottoposto ad analisi, si scopre che nei tessuti non si nasconde nessuna cellula tumorale. Il seno è sano, è stato asportato per niente. In sostanza, per errore, un nodulo benigno è stato scambiato per un carcinoma.
Maria Antonietta ora, oltre a dover fare i conti con la menomazione, è invalida al 50 per cento: non riesce a sollevare il braccio e non può più svolgere l’attività di assistente sanitaria come faceva prima. «Ero una persona sana e con una vita normale: ora ho perso tutto e mi sono ridotta a elemosinare» racconta la donna che adesso viene assistita dalla sorella e aiutata da alcuni vicini di casa. «Questa vicenda mi ha tolto tutto: dalla vita alla dignità e per questo io voglio giustizia». Maria Antonietta ha deciso di portare avanti la sua battaglia fino in fondo: «Vorrei ricevere - spiega - dall’ospedale di Saronno e dalla clinica Macedonio Melloni le scuse che non ho mai ricevuto».
Ora Maria Antonietta è in cura all’unità di chirurgia plastica del Fatebenefratelli.

«Pur esprimendo solidarietà alla signora Maturo - si legge in una nota firmata dal direttore sanitario Luigi Corradini - rimaniamo fiduciosi nel lavoro degli organismi preposti alla valutazione del caso, auspicando un sereno dibattito». La prima udienza si terrà il 20 maggio e i vertici dell’ospedale non intendono formulare alcun giudizio sulla vicenda fino al termine del percorso giudiziario.

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