A Villa Necchi il «Terzo Paradiso» di Pistoletto

«I Temp(l)i cambiano». Così il maestro Michelangelo Pistoletto, già esponente di punta della cosiddetta Arte Povera, ha voluto chiamare la sua scultura che ora fa bella mostra di sé nei giardini di Villa Necchi Campiglio, la bellissima dimora dei fondatori dell’omonima macchina da cucire, che dal 2001 fa parte del patrimonio del Fai, l’associazione che si interessa della salvaguardia dei luoghi storico-artistici più rappresentativi d’Italia.
Costruita assemblando cestelli di lavatrici incastrati a mo’ di colonne doriche, con serpentine di frigoriferi come decorazioni del timpano, l’opera aiuta a riflettere sul nuovo «mito» (da qui la scelta del tempio classico come struttura) del riciclo. E infatti «I Temp(l)i cambiano» è stata commissionata all’artista, interprete da anni del tema della salvaguardia ambientale, da Ecodom, Consorzio Italiano di Recupero e Riciclo degli Elettrodomestici. Tre metri di altezza, 280 chili di peso, la scultura è l’unica protagonista della mostra (da oggi sino all’11 marzo, via Mozart 14: orari 10-18). Per l’occasione, Pistoletto interverrà anche in una chiacchierata con Marco Magnifico, Direttore generale del Fai, sulle relazioni possibili fra arte e tutela dell’ambiente. Commissionata lo scorso anno, «I temp(l)i cambiano» è una sorta di scultura viaggiante, simbolo e metafora dell’arte del riciclo e come tale destinata di volta in volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sui rapporti fra corretto riciclo, recupero e smaltimento delle risorse ambientali ed economiche.

«Nel titolo e nella materia, l’opera interpreta molte delle caratteristiche degli elettrodomestici e dei loro produttori» ha detto Antonio Guerrini, direttore Generale della Ceced Italia, nel presentarla. La speranza è che i consumatori, crescendo nella consapevolezza delle proprie esigenze e, appunto, dei propri consumi, contribuiscano responsabilmente, in prima persona, alla salvaguardia dell’ambiente.

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