Vino piemontese e kilt scozzese per Staffelli

Vino piemontese e kilt scozzese per Staffelli

Paolo Bertuccio

Regola numero uno: mai perdere l'autoironia, tanto più se si sta giocando a golf indossando un originale kilt scozzese. Valerio Staffelli, ottimo golfista dilettante, non fa fatica ad adattarsi, e idealmente si autoconsegna un tapiro d'oro ogni volta - ma sono poche, a dire il vero - che un suo tiro va a spegnersi tra i cespugli o nel laghetto, naturalmente al grido di «Siòr Staffelli… ma cosa mi combina?»".
Golf club La Bollina, sulle alture di Serravalle Scrivia. Di scozzese, oltre ai gonnellini, c'è solo il verde smeraldo del campo a diciotto buche; per il resto, il cielo è italianissimamente azzurro e la bevanda che rinfranca lo spirito tra una buca e l'altra non è whisky bensì ottimo vino delle colline piemontesi e della Franciacorta, giusto perché la tenuta è di proprietà della famiglia Berlucchi.
Benvenuti alla seconda edizione della Ciukka Kilt Cup, un torneo che fin dal nome non nasconde le proprie intenzioni goliardiche, e che è venuto fuori dalla fantasia di un gruppo di imprenditori, tra cui il presidente di Erg Edoardo Garrone, accomunati dalla passione per il gioco del golf. Qui si scherza su tutto, ma non sul nettare di Bacco. Lo dice il regolamento della gara: ogni giocatore deve assaporare almeno un bicchierino ogni due buche, servendosi in appositi «punti di ristoro» sparsi lungo tutto il percorso e ricchi di bottiglie da sindrome di Stendhal enologica. Ovviamente, chi decide di onorare l'offerta con assaggi ripetuti è il benvenuto: ogni bevuta supplementare contribuirà a migliorare il punteggio finale. In palio c'è un portabottiglia in argento, naturalmente già munito di contenuto, mentre per chi si classifica all'ultimo posto va un nano da giardino di cinquanta centimetri, uno spiritoso trofeo alla stregua del rugbistico cucchiaio di legno. Il golf è uno sport di origine britannica, e allora tutti sul campo con indosso il tipico gonnellino scozzese: c'è un premio anche per il miglior "look", e stavolta ada aggiudicarselo è Marco Semino, uno degli ideatori del torneo, titolare di un'impresa di pubbliche relazioni.
Si diceva di Staffelli: lui, che è un po' l'ospite d'onore della giornata, alla Bollina si trova perfettamente a suo agio: «Vino, golf, amici e una buona cena. E chi mi schioda di qui?». Non l'avesse mai detto: alla sesta buca arriva una telefonata dalla redazione di Striscia. Valerio deve scappare in tutta fretta verso Roma, questione di tapiri da recapitare d'urgenza. E così il vice Gabibbo abbandona a malincuore la compagnia, non dopo aver dichiarato la propria passione per il dio Bacco: «Sono un drogato di vino», scherza mentre dopo una buona serie di tiri assapora la meritata dose di Cortese. «Un'uva usata solitamente per tagliare altri vini. Ma sentite che pienezza, quando è pura», dichiara il sommelier che non ti aspetti ai propri compagni di squadra. Che si lasciano trascinare volentieri dalla buonissima prestazione sportiva dell'inviato di Striscia. «Parto sempre bene, ma poi l'eccesso di confidenza mi frega.

- confessa Staffelli - Peggioro buca dopo buca e, ovviamente, mi attapiro». Non sarà possibile controllare se la tradizione verrà sfatata: il tapiro è bello pronto per la consegna. Sarà per il prossimo anno, per la terza edizione della Ciukka Kilt Cup.

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