Violentata in stazione Centrale: l’incubo del maniaco seriale

Ci saranno anche più auto in strada per tutelare la sicurezza, come ha dichiarato il questore Vincenzo Indolfi in un’intervista apparsa ieri su un quotidiano. Ma da qui a concludere che la città è più sicura purtroppo ce ne corre. Lo dimostra molto chiaramente lo stupro - l’ennesimo negli ultimi anni, almeno tra quelli regolarmente denunciati e poi resi noti - avvenuto lunedì sera in stazione Centrale. Stavolta la vittima è una ragazza albanese 23enne, violentata nel deposito caldaie del parco vetture della Centrale; il suo stupratore, un marocchino di 27 anni, è stato arrestato in flagranza dalla squadra investigativa della Polfer (la polizia ferroviaria). Che ora sospetta si tratti addirittura di un violentatore seriale; un uomo che, nelle ultime settimane avrebbe abusato di altre due ragazze e persino di un uomo. Sempre nell’area della Centrale.
Ma veniamo ai fatti. L’albanese Vania (nome di fantasia) domenica sera incontra in stazione Centrale Y.K., un marocchino. I due, per tanti versi, sono simili. Anche nelle anomalie. Sono infatti entrambi regolari - lei ha un permesso di soggiorno e risulta formalmente residente a Treviso; lui ha il permesso rilasciatogli dalla questura di Perugia - ma non hanno un lavoro e, soprattutto, un posto dove dormire. Sarà per questo che a Milano (dove non si sa cosa siano venuti a fare e per quale ragione ci restino) «frequentano» la zona dei vagoni parcheggiati in Centrale.
Tutto si svolge in una manciata di minuti. Lui l’avvicina, tenta di baciarla, poi le mette le mani addosso con il chiaro intento di volerne approfittare, ma la ragazza oppone resistenza, si libera del nordafricano che, però, le porta via 145 euro e il cellulare. Allontanatasi e resasi conto di averla scampata bella, Vania si reca dalla Polfer della Centrale per denunciare il fatto.
Dopo aver steso una formale querela la signorina se ne va. E il mattino successivo, lunedì, è di nuovo lì, in Centrale, decisa a trovare il marocchino per riappropriarsi del suo cellulare. «Scusami per ieri sera - l’apostrofa lui quando la incontra, restituendole il telefonino -, so di aver esagerato. Che ne dici stasera di far pace insieme al mio amico Igor?». La stupida ragazza accetta. E la sera stessa, intorno all’una, le accade quello che il giorno precedente aveva evitato per un soffio: mentre l’«amico Igor» si rivela una gigantesca invenzione, il marocchino fa salire Vania su un vagone fermo all’interno di un deposito caldaie nel parco vetture della Centrale e abusa di lei. Dopo la violenza la ragazza, adducendo dei dolori al ventre e il bisogno di raggiungere il bagno della stazione, riesce ad andarsene e una volta lungo i binari, ma ancora accanto al deposito, incontra una pattuglia della Polfer, racconta quanto le è appena accaduto e i poliziotti arrestano il marocchino praticamente in flagranza. Lo stupro viene accertato anche dai medici del Servizio violenze sessuali (Svs) della clinica Mangiagalli.
«Y.K. potrebbe essere il responsabile di almeno altri tre stupri - spiegavano ieri alla squadra investigativa della Polfer -: le vittime sono due ragazze e un giovane, tutti stranieri». Probabilmente nei prossimi giorni ne sapremo di più.
«Questo arresto è un fatto positivo - ha voluto precisare ieri il vice sindaco Riccardo De Corato - perché è la conferma che gli stupratori a Milano 9 volte su 10 vengono sempre individuati, come ha dichiarato il prefetto Gian Valerio Lombardi.

E che l’area della Centrale - grazie ai controlli interforze potenziati, all’articolato sistema di telecamere dentro e fuori lo scalo, agli investimenti nell’illuminazione, al contrasto all’abuso d’alcol che scatenavano frequenti risse -, non è più zona franca».
«La nuova violenza sessuale -aggiunge De Corato - non deve autorizzare quindi a far scattare allarmi fuori luogo. Perché si tratta del tredicesimo caso dal 2010 a fronte dei 61 episodi “di strada” del solo 2007».

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