Vittoria americana

Su Guantanamo ha vinto l’America. Sì, proprio quegli Stati Uniti che hanno ancora una volta dimostrato di essere la patria dei diritti e delle libertà civili, insomma dello Stato di diritto che è l’emblema della civiltà occidentale. Chiedetevi se in un qualsiasi altro Paese al di fuori dell’Occidente liberaldemocratico sarebbe potuto accadere che la suprema istanza costituzionale si pronunciasse contro le decisioni del potentissimo capo dell’esecutivo su richiesta di un prigioniero terrorista che ha giurato di distruggere la nazione. Ed anche in Europa, in quanti Paesi vige davvero la separazione dei poteri? In quanti Stati i diritti dei carcerati, se non quelli dei prigionieri di guerra, possono farsi valere contro i poteri e le decisioni istituzionali di una nazione forte come quella americana?
La sentenza della Corte Suprema non si è occupata e non ha deciso sulla chiusura di Guantanamo come le nostre prefiche pacifiste hanno petulantemente invocato per tanto tempo e come, anche oggi, vorrebbero dare ad intendere. La Corte Suprema ha semplicemente deliberato sui diritti della persona sulla base dell’antichissimo e fondamentale diritto al giusto processo che è iscritto nel Bill of Rights del 1790. La commissione militare istituita dal presidente Bush per giudicare i prigionieri accusati di terrorismo non può procedere perché con la sua struttura e la sua procedura viola sia il codice di giustizia militare che regge il sistema legale-militare statunitense, sia le Convenzioni di Ginevra sui prigionieri di guerra. Che ne dite? Non vi pare uno straordinario esempio di Stato di diritto che fa sentire le sue ragioni proprio sotto quel «criminale» del presidente Bush che per anni è stato accusato di aver trasformato gli Stati Uniti in uno Stato «fascista»?
Ecco la lezione americana che smentisce i fiumi di cattive parole che volevano farci credere l’esistenza di due Americhe: l’una, buona, progressista, democratica, e l’altra, cattiva, conservatrice ed avviata alla barbarie.


Se davvero rispondessero a verità queste fantasie così a lungo coltivate dalla vulgata progressista e pacifista italiana, come sarebbe potuto accadere che la Corte Suprema composta in maggioranza da giudici nominati da presidenti conservatori espressione dell’America cattiva, prendessero una decisione di così alto significato per i diritti della persona?
La verità è, come tante volte abbiamo cercato di dire, che esiste una e una sola America: quella del diritto, delle libertà, del buon funzionamento della democrazia e, soprattutto, del grande rispetto dell’individuo con i suoi diritti civili, politici, economici e sociali, fosse anche il peggiore nemico che cerca di distruggere le fondamenta della convivenza umana in America. Dopo questa seconda sentenza della Corte Suprema su Guantanamo vorrei sperare di non sentir più ripetere le banalità sulle due Americhe che ci perseguitano da una vita.
m.teodori@mclink.it

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