Voti da cancellare: per il giurista ha ragione Calderoli

Il docente: «La Lega alleanza lombarda non ha raccolto consensi in più di una circoscrizione come vuole espressamente la legge»

Gabriele Villa

Si autodefinisce, per modestia, «l’ultimo dei giuristi». E invece il professor Ubaldo Giuliani Balestrino, ordinario di diritto penale commerciale all’Università di Torino, avvocato cassazionista, è tutt’altro che il fanalino di coda nel firmamento giuridico nazionale. E, riguardo alla tesi dell’ex ministro delle Riforme Roberto Calderoli, secondo cui, stando alla lettera della legge elettorale, i 45mila voti ottenuti dalla Lega Alleanza Lombarda non possano essere sommati a quelli ottenuti dall’Unione, il professor Balestrino ha una sua ben precisa convinzione: «Calderoli, ha ragione, il suo ricorso non solo è legittimo ma è anche fondato».
Argomentando questo suo convincimento in un «parere pro veritate» il professor Balestrino ricorda «come l’essenza della democrazia è il principio generale: “un uomo, un voto”. Nei condomini, nelle società commerciali, nelle comunioni tra comproprietari, il voto di un partecipante all’assemblea vale di regola quanto il voto di un altro. È per questo che molti pensatori considerano il sistema proporzionale la conseguenza logica della democrazia». Ma ci sono eccezioni, o meglio, deroghe, professore? «È proprio questo il nocciolo della questione. Talvolta il legislatore attribuisce un premio a una maggioranza debole perché possa governare. Si tratta però di deviazioni tutte dal principio di uguaglianza che è tra l’altro riconosciuto all’articolo 3 della nostra Costituzione. Perciò queste deviazioni possono essere pienamente legittime ma si concretano in norme eccezionali. Caratteristica delle norme eccezionali è quella di non andare oltre i casi e i tempi in esse previsti. Orbene la legge elettorale del 21 dicembre 2005 è norma eccezionale e fa riferimento al caso di liste che sommino i voti ottenuti in diverse circoscrizioni. La legge usa espressamente la parola “somma”. È elementare che per aversi una somma occorrono almeno due addendi».
In altre parole, scusi avvocato se banalizziamo, se non c’è almeno un uno da sommare a un altro uno, non c’è o non ci sarebbe, neanche la vittoria di Prodi... «Esatto, dato che la legge fa riferimento alla somma e che si tratta di norma eccezionale, non si possono calcolare tra i voti ottenuti dall’Unione di Romano Prodi quelli ottenuti da Alleanza lombarda. Infatti Alleanza lombarda si è presentata in una circoscrizione sola mentre la legge fa riferimento a liste che possono sommare i loro voti e che pertanto - per definizione - devono essere presenti in più circoscrizioni. E la conferma di ciò è evidente perché quando il legislatore ha voluto sancire che poteva esserci una lista che si presentasse in una sola circoscrizione lo ha detto espressamente. La legge ha infatti riservato tale facoltà alle circoscrizioni in cui c’è una minoranza linguistica riconosciuta nelle regioni a statuto speciale.

È assolutamente evidente che se ogni lista potesse presentarsi separatamente in una sola circoscrizione non ci sarebbe stata necessità dell’articolo 83 nei punti A e B in cui si regola espressamente l’ipotesi di una lista che si presenta in una sola circoscrizione».
Quindi per tirare appunto le somme? «Quindi è mio fermo convincimento che il ricorso alla Corte di Cassazione presentato dall’onorevole Calderoli abbia fondamento giuridico».

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