Scopre la notte di nozze di non poter far sesso a causa di una malattia

Giunta vergine al matrimonio, una giovane ha scoperto di non poter avere rapporti sessuali durante la prima notte di nozze. La causa: una patologia mai diagnosticata

Scopre la notte di nozze di non poter far sesso a causa di una malattia

La verginità, nonostante i tempi moderni, è ancora un valore e volerla preservare per la prima notte di nozze per molte persone è estremamente importante. Ma scoprire, proprio in quei momenti tanto attesi di non poterlo fare è una scoperta difficile da accettare. In buona sostanza questo è ciò che è accaduto a una giovane donna, Stephanie Muller di 23 anni, che la notte di nozze ha scoperto di non riuscire a fare sesso a causa di una malattia. La donna e suo marito Andrew di 31 anni, si sono incontrati nella loro chiesa a New York nel 2013, poi due anni dopo si sono fidanzati e hanno deciso di aspettare di fare sesso fino alle nozze, avvenute a maggio del 2017.

Giunta la luna di miele, è arrivato anche il momento tanto atteso, ma proprio in quella occasione hanno riscontrato delle difficoltà. Da alcune indagini alla giovane è stata riscontrata un'infezione che per ben tre mesi gli stessi farmaci non riuscivano a curare. Stephanie è stata sottoposta anche a un doloroso esame pelvico, tanto da procurarle lacrime e dolore. Dopo che l'infezione è stata debellata, la coppia ha riprovato a fare sesso ma senza riuscirci. Solo nel gennaio del 2018 sono riusciti a venire a capo del problema; infatti, il ginecologo ha diagnosticato a Stephanie il vaginismo. Questa condizione provoca il restringimento della vagina ogniqualvolta si tenta di avere rapporti.

Stephanie ha poi detto in un'intervista di aver voluto fortemente preservare la sua verginità perché non voleva fare sesso con nessuno che fosse il marito. Il fatto di non poter fare sesso con lui le procurava vergogna e sentiva come se fossero amici. Nel gennaio dello scorso anno, infine, la coppia ha intrapreso un percorso di trattamento della durata di cinque mesi presso il Women's Therapy Center di Plainview (New York), e ora la giovane è guarita.

Queste le sue parole: "Avere il vaginismo è un peso massimo, e ciò che lo rende in gran parte così difficile è l'isolamento e la vergogna che ne deriva. Mio marito mi ha supportata incredibilmente durante il mio percorso con il vaginismo. Ogni volta che dicevo cose negative su me stessa, mi rassicurava sempre che nessuna di quelle cose era vera e che mi amava.

Mi ricordava costantemente che non sarebbe andato da nessuna parte, anche se il vaginismo non fosse mai passato." Ora l'obiettivo di Stephanie è quello di sensibilizzare e far aumentare la consapevolezza sull'impatto che questo problema può avere sulle donne.

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