Willie DeVille, l’outsider della musica

Willie DeVille, l’outsider della musica

Luca Testoni

L'estate musicale di Salò punta su quattro eventi live di altissimo livello. A cominciare già da stasera al Giardino Baden Powell (ore 21, ingresso 30 euro), dove è atteso Willie DeVille, uno dei grandi outsider della musica Usa contemporanea.
All'anagrafe William Borsay, classe 1953, quando uscì allo scoperto con il suo primo disco (Cabretta), nella New York nevrotica ed elettrica del '77, quella dei Ramones, dei Talking Heads e dei Television per intenderci, fu scambiato per l'ultimo punk di turno e, invece, era già un "soulman" quantomai valido.
All'epoca, il ragazzo newyorkese con la passione per le chitarre slide e sporche e le ritmiche crude e ridotte all'osso, aveva trasferito parte del suo nome alla band, ribattezzata Mink DeVille: con questo marchio incise diversi dischi di ottima fattura. Da lì passarono Steve Douglas (già sassofonista con Elvis Presley), "loschi figuri" come i chitarristi Louie X e Ricky Borgia e l'eccellente pianista e fisarmonicista Kenny Margolis. Sparirono tutti, insieme al nome, con Sportin' Life, deludente album datato 1985.
Venne poi il tempo di Willie DeVille, il nuovo "nickname", con il quale incise Miracle (1987) assieme al Dire Straits Mark Knopfler; Victory Mixture (1990, registrato a New Orleans); Backstreets of desire (1992, forse uno dei suoi maggiori successi commerciali, grazie alla sorprendente versione messicaneggiante di Hey Joe); e il vampiresco Loup Garou (1995). E, più avanti, Horse Of A Different Color (1999) e Crow Jane Alley (2004), dove si è fatta strada una sempre maggiore propensione verso le atmosfere rock'n'roll anni Cinquanta e il blues.


Inutile sottolineare come il grande merito di Willie DeVille, artista maledetto, nonché cantante e interprete davvero fuori del comune, apprezzato più in Europa che in patria, stia tutto nell'aver attraversato, ruvido e schietto come pochi, tutti i suoni della tradizione musicale Usa: dagli accenti neolatini al roots rock, dai suoni tipici di New Orleans alla grande tradizione del rhyhtm and blues.
I prossimi concerti di Salò? La reunion dei Jefferson Starship (il 15 luglio), Van Der Graaf Generator (il 18) e i Wailers (2 agosto).

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