Riad - Ferito venerdì durante un attacco al palazzo presidenziale, il presidente yemenita Ali Abdullah Saleh è stato operato al torace in un ospedale di Riad, in Arabia Saudita, dove è stato trasferito ieri. Secondo la Bbc, durante l’attentato di due giorni fa, il capo dello Stato yemenita sarebbe stato raggiunto da una scheggia di granata lunga 7,6 cm che si è conficcata sotto la regione del cuore. Saleh potrà fare ritorno in patria dopo due settimane di convalescenza.
Festa a Sanaa Intanto a Sanaa i manifestanti hanno festeggiato nella Piazza del Cambiamento, l'epicentro del movimento di protesta che da metà febbraio chiede le dimissioni di Saleh. Alcuni militari in uniforme si sono uniti alle danze e al canto di inni patriottici. Molti dimostranti sventolano bandiere yemenite. Hanno partecipato alla manifestazione anche donne velate di nero che hanno mostrato cartelli con le scritte: "L'oppressore è andato, ma il popolo resta". L'attivista e avvocato per i diritti Khaled al-Ansi riferisce che famiglie e bambini sono giunti nella piazza in abiti da festa. "La gente - spiega - è arrivata fin dall'alba. Alcuni non hanno nemmeno dormito. È come se fosse una vacanza". E l'opposizione parlamentare annuncia di voler impedire il ritorno in patria del presidente, come ha annunciato il portavoce dell’opposizione, Mohamed Qahtan: "Ci impegneremo con tutte le nostre forze per impedire il ritorno di Sale. Per noi l’attuale situazione è l’inizio della fine per quel regime tirannico e corrotto".
Ancora scontri Nove soldati yemeniti sono stati uccisi in un assalto di uomini armati contro un convoglio militare nel sud del Paese. Lo riferiscono fonti ufficiali. Sale così a 13 il bilancio odierno dei morti tra i militari dell'esercito dello Yemen. Secondo un ufficiale yemenita rimasto anonimo, l'agguato è avvenuto nella provincia meridionale di Abyan, ma non è chiaro da chi sia stato condotto. Questa mattina un gruppo di uomini ha attaccato il palazzo presidenziale nella città di Taiz provocando la morte di altri 4 soldati.
La tregua In serata il vice presidente yemenita Abd-Rabbuh Mansour Hadi, che da ieri ha assunto ad interim le funzioni di capo dello Stato in assenza di Saleh, ha lanciato un appello alla potente federazione tribale degli Hashed, chiedendole di rispettare il cessate-il-fuoco mediato dall’Arabia Saudita, e offrendo in cambio il ritiro delle truppe governative da al-Hassab: il quartiere nella parte nord della capitale Sanàa dove più intensi sono stati gli scontri, e nel quale si trova la residenza dello sceicco Sadeq al-Ahmar, capo della tribù omonima, la principale tra gli Hashed; l’abitazione dello sceicco nei giorni scorsi era stata bombardata dalle forze fedeli al regime.
Il presidente ad interim si è inoltre detto disposto a far smantellare i posti di blocco eretti lungo le principali arterie che conducono alla capitale e ad altre importanti città del Paese, come Taiz e Aden, dove oggi si è parimenti combattuto, a dispetto della tregua teoricamente in vigore da ieri. La risposta degli Ahmar è stata tanto rapida quanto positiva: la tribù si è impegnata a osservare il cessate-il-fuoco, in attesa dei prossimi sviluppi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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