La "zarina" tra toga e show tv mentre il fratellino va in Ferrari

Tulliani nel Principato scorrazza con un’auto da corsa da 197mila euro E un ex ultrà della Viterbese adesso denuncia: si intascava i nostri soldi

La "zarina" tra toga e show tv mentre il fratellino va in Ferrari

La strana coppia, o meglio la bella coppia. O, ancora meglio, come qualcuno negli stessi ambienti di An, l’ha definita «una delle più floride società per azioni sul mercato». Fratello e sorella. Sorella e fratello. Tulliani Elisabetta e Tulliani Giancarlo. Indissolubilmente tesi al successo e agli affari. Affari di famiglia, ovviamente. Un sodalizio di ferro, che ha fatto persino sbottare il «granduca» Gaucci dal suo forzato esilio di Santo Domingo: «Quando mi sono messo con Elisabetta ho dovuto prendere tutta la sua famiglia» e che ora ha messo amabilmente quanto efficacemente nei guai il presidente della Camera, Gianfranco Fini, entrato per ragioni di cuore, e al cuore come si sa non si comanda, nella medesima talentuosa e insaziabile famiglia.

Già, perché come dimostrano le carte scovate dal Giornale, quell’appartamentino a Montecarlo, lasciato in eredità ad An ma occupato dal «cognato» di Fini, Giancarlo, che l’ha eletto a sua residenza a Montecarlo, ha solo fatto saltare il coperchio su favori, aiutini, e grandi business che i Tulliani Bros hanno ottenuto in questi anni. E che hanno viaggiato a ritmo vertiginoso proprio come l’ultimo gingillo che ha per le mani Tulliani junior: una Ferrari 458 Italia da 197mila euro con cui è stato immortalato dai paparazzi del settimanale Chi nel Principato. Vediamoli, in sintesi. Giancarlo Tulliani esordisce sulla scena pubblica nel 1999. Luciano Gaucci, imprenditore romano col pallino per il calcio, che aveva comprato la Viterbese nel 1998, si trova nella stagione successiva con la squadra in C1 e pensa bene di mettere uno di famiglia a vigilare, Giancarlo appunto. Avuta in «regalo» a soli 23 anni la vicepresidenza, il giovane si cala subito nel ruolo di padre-padrone della squadra. Arriva allo stadio con la sua Porche Carrera blu (allora si accontentava di auto più «modeste») e usa modi spicci che suscitano tensioni negli spogliatoi. Raccontano che Giancarlo arringasse i giocatori così: «Voi fate quello che dico io perché qui comando io e basta». In città lo liquidano con un soprannome che rende l’idea: «Betto» data la vicinanza della sorella al patron Gaucci. Ma oltre ai giocatori Tulliani jr non è mai andato giù anche ai tifosi: «... Non solo faceva la spia, si intascava i soldi destinati agli ultras. Lo so perché io sono stato per tanti anni capo della Brigata Etrusca». Lo scrive in una mail all’Ansa e lo conferma interpellato telefonicamente, Lucio Matteucci, capo storico della Brigata, ormai slegato dalla banda di ultras.

Tra un gol e autogol il vicepresidente Giancarlo, che abita in un appartamento di 100 metri quadrati nel quartiere medievale di San Pellegrino (comprato da Gaucci e a lui concesso in comodato) molla il calcio, torna a Roma e nel 2004 col padre Sergio fonda la Wind-Rose international srl, costituita il 4 dicembre 2004 e dedita all’intermediazione immobiliare in Italia e all’estero. Gli affari non vanno bene. Poco dopo Giancarlo cede la sua parte (il 45 per cento del capitale sociale) a Elisabetta e si dà alla fiction, anche perché la sorella diventa compagna ufficiale di Fini. Riesce a entrare nel 2008 con la At media (altra azienda di famiglia nella quale la mamma Francesca Frau ha il 51 per cento del capitale) in Rai dove ottiene contratti di produzione per circa due milioni di euro. Nel settembre 2008 la segreteria del presidente della Camera gli procura un appuntamento col direttore relazioni esterne Rai, Guido Paglia, amico di lunga data di Fini. Paglia è scettico. Qualche mese dopo Fini chiede alla Rai di assicurare un minimo garantito al giovane. Paglia si oppone e rompe con Fini. Tulliani e famiglia ottengono comunque i lavori: la quasi-suocera di Fini, la signora Frau, 63 anni, riesce a vendere un programma a RaiUno: 183 puntate da 50 minuti l’una per un totale di 1 milione e 485 mila euro.

E veniamo a Elisabetta, la compagna del presidente della Camera, madre delle sue due figlie, e ribattezzata dalle «amiche» la «zarina». Capelli lunghi, labbra volitive, occhi nerissimi. Lei stessa in un sito internet si racconta così: «Brillantemente laureata in Giurisprudenza, decide di diventare docente universitario di Diritto penale internazionale, durante questo cammino però la passione per lo spettacolo diventa prevalente, ed intraprende così il suo percorso artistico». E infatti nel 2004 si dedica alla tv. Compare nei programmi «Robin Hood», «Unomattina», «Unomattina Estate». Conduce con Barbara Chiappini in «Tintarella di Luna», e con Giancarlo Magalli una serata per Alighiero Noschese. In «Mattina in famiglia» ha una rubrica: Ricette e Cucina. Ci tiene anche a diventare e a sostenere di essere giornalista pubblicista. Allo scopo collabora con Il Tempo ma questa sua esperienza è avvolta da una nebulosa. È un dato di fatto che all’Albo il suo nome non figura. Nel 2004 assieme a Gaucci va da Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, per strappare una candidatura alle Europee ma non ce la fa. In compenso Gaucci, non prima di averle intestato alcune proprietà, (la questione è molto controversa) scappa a Santo Domingo. Nel 2007 lei comincia a farsi vedere con Fini. Gaucci così commenta: «La mia ex fidanzata ha conosciuto Fini perché era un mio amico. Siamo stati insieme anche alla festa del centenario della Lazio nel 2000, eravamo seduti vicini io, Elisabetta, Gianfranco e Daniela Fini, ci siamo visti, sempre in quattro, in diverse occasioni. Mi fa piacere che ci sia questa relazione».

Salvo poi in un’altra intervista a Studio Aperto essere un po’ meno carino: «Stava con me solo per i soldi, mica per altro... con quella fame di soldi che lei e tutta la sua famiglia hanno sempre avuto...e tutte le case che le ho comprato, le ville, i terreni...».

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