Il giornalismo ha bisogno di lealtà e onestà: il successo de gli Occhi della Guerra testimonia che i lettori hanno voglia di vedere, capire, esporare il mondo attraverso un'informazione non omologata
L’ennesimo paradosso è che uscendo dalla cerchia delle barricate la vita ed il traffico di Kiev continuano come sempre con negozi e caffè aperti, anche se meno affollati
Un giovane attore ci racconta che fuori da piazza Maidan la vita continua a scorrere normale, la gente va al lavoro e spera che le cose si sistemino per il Paese
Giovane “soldato” con elmetto, mimetica da combattimento e anfibi: fa da sentinella all’esterno del municipio dove chiunque può arruolarsi nell’Upa, l’Esercito (clandestino) di liberazione ucraino
Finito il comizio la mamma impellicciata con la figlia avvolta nella bandiera rossa e nera dell’Esercito di liberazione ucraino, che combattè contro i sovietici durante la seconda guerra mondiale, illustra il luogo dei duri scontri delle scorse settimane con la polizia
Kiev: domenica si sono riunite 50mila persone per il comizio dei leader dell’opposizione in piazza Maidan
I paradossi della rivolta di Kiev: proprio sotto piazza Maidan, la "repubblica libera" dei ribelli, un centro commerciale è animato come se nulla fosse
Piazza Maidan: la gente comune, di tutti gli strati sociali, si mescola alle prime file dei miliziani di Svoboda, il partito ultranazionalista
Fausto Biloslavo a Kiev grazie a "Gli occhi della guerra": il primo giorno del reportage in Ucraina tra le barricate degli antigovernativi e a -20 gradi
Fausto Biloslavo in collegamento skype con Tgcom24, racconta del grande successo dell'iniziativa Gli Occhi della Guerra. "In pochi giorni -dice Biloslavo- abbiamo già raggiunto la quota necessaria per andare in Afghanistan. E' la prima volta in Italia che una testata nazionale riesce a finanziare un reportage di guerra con il crowdfunding".