Il vice di Hamas incontra il leader degli Hezbollah: si rinforza l'asse anti Israele

I rappresentanti delle due organizzazioni terroristiche si sono incontrati a Beirut. Sul tavolo, le discussioni riguardo alla nuova proposta di pace e il "fronte di sostegno" ad Hamas in Yemen e Iraq

Il vice di Hamas incontra il leader degli Hezbollah: si rinforza l'asse anti Israele
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L’asse del terrore contro Israele rimane saldo e continua ad operare in concerto dopo nove mesi di guerra. Gli Hezbollah hanno reso noto tramite i loro media che il loro leader Sayyed Hassan Nasrallah ha incontrato venerdì 5 luglio una delegazione di Hamas guidata dal vice di Yaya Sinwar, Khalil Al-Hayya.

La riunione è avvenuta a Beirut poche ore dopo quella del gabinetto di guerra di Tel Aviv, durante la quale il governo israeliano ha approvato l’invio di una delegazione per negoziare un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Secondo la tv dei terroristi filo-Iran al-Manar, i rappresentanti delle due organizzazioni islamiste hanno discusso degli ultimi sviluppi nella Striscia di Gaza, delle trattative volte a raggiungere una tregua, del “fronte di sostegno in Libia, Yemen e Iraq” e di “proposte per fermare l’aggressione israeliana contro il popolo palestinese. Sarebbe stato concordato, inoltre, “il coordinamento sia a livello politico che sul campo”.

Gli Hezbollah, dunque, sembrano intenzionati a proseguire nelle loro azioni di sostegno ad Hamas. Da quando è iniziata la guerra nella Striscia, i miliziani del Partito di Dio hanno dato il via a una campagna di attacchi missilistici contro le regioni settentrionali di Israele, costringendo il governo di Tel Aviv a ordinare l’evacuazione di 60mila civili. Le Idf hanno risposto con raid aerei e bombardamenti di artiglieria volti a distruggere le postazioni dei terroristi. Per il momento, il conflitto lungo la Linea blu ha mantenuto una bassa intensità, ma la situazione potrebbe presto cambiare.

Nelle ultime settimane, gli Hezbollah hanno intensificato i loro attacchi contro lo Stato ebraico. Giovedì 4 luglio hanno sparato ben 200 missili in risposta all’eliminazione di un loro comandante di alto rango. Il governo israeliano ha più volte dichiarato che non potrà più tollerare la presenza dei terroristi libanesi a ridosso del confine e di essere pronto ad ordinare un’operazione su vasta scala nel Paese dei cedri per ricacciare le milizie filo-Teheran oltre il fiume Litani, a circa 16 chilometri dalla Linea blu. Da parte loro, gli Hezbollah hanno affermato che i loro attacchi cesseranno immediatamente nel caso in cui le parti dovessero raggiungere un accordo di tregua a Gaza.

Il governo di Benjamin Netanyahu, però, non accetterà mai di congelare indefinitamente il conflitto nella Striscia. Qualunque intesa con Hamas, dunque, comporterà solo una pausa temporanea nei combattimenti e non risolverà la situazione al confine Nord.

Se la comunità internazionale non riuscirà a mediate tra Tel Aviv e i terroristi di Nasrallah, il Medio Oriente verrà sconvolto da un altro conflitto in cui, probabilmente, vi sarà anche il coinvolgimento dell'Iran.

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