Impennata della tensione al confine Nord di Israele. Gli Hezbollah hanno riferito di aver lanciato “100 razzi Katyusha” contro due postazioni israeliane sulle alture del Golan in risposta all’uccisione da parte delle Idf dell’alto comandante del gruppo filo-iraniano Mohammad Naameh Nasser a Tiro, città costiera nel sud del Paese.
L’ufficiale dei miliziani del Partito di Dio è stato eliminato in un raid che ha colpito l’auto in cui stava viaggiando. La notizia della sua morte era stata diffusa dall’Afp tramite una fonte che ha chiesto l’anonimato, in quanto non autorizzata a parlare con i media. Nasser, noto anche con il nome di battaglia “Hajj Abu Naameh”, è stata la seconda vittima tra le fila del movimento filo-iraniano nelle ultime settimane. Secondo quanto riferito, egli era responsabile di uno dei tre settori operativi dei terroristi nel Sud del Libano e, stando alle affermazioni dell’esercito israeliano, ha diretto molti attentati terroristici contro lo Stato ebraico anche prima della guerra, oltre ad avere un ruolo chiave nell’organizzazione. Pare inoltre che fosse la controparte di Taleb Sami Abdullah, comandante dell’unità Netzer ucciso circa un mese fa.
Secondo quanto riportato dall’agenzia turca Anadolou, prima dell’attacco missilistico degli Hezbollah i jet dell’aviazione israeliana hanno sorvolato i sobborghi meridionali di Beirut e diverse altre aree del Paese dei cedri, rompendo due volte la barriera del suono. Non si ha notizia, però, di alcun bombardamento contro obiettivi terroristici. Il ministro della Difesa Yoav Gallant, inoltre, ha visitato le truppe stanziate al confine settentrionale e ha affermato che i carri armati ritirati dalla battaglia di Rafah “possono arrivare fino al Litani”, il fiume a circa 16 chilometri dalla Linea blu e punto oltre la quale Tel Aviv ha chiesto agli Hezbollah di ritirare le proprie forze. Gallant ha anche aggiunto che le Idf sono pronte a intraprendere qualsiasi azione necessaria contro i terroristi libanesi, anche se per il momento il governo israeliano preferirebbe raggiungere un accordo.
Il costante scambio di colpi lungo la frontiera tra i due Paesi, però, rende le possibilità di un’intesa sempre più remote.
Le forze armate ebraiche si stanno attivamente preparando al conflitto, con esercitazioni che simulano attacchi in Libano e conservando parte delle proprie scorte di munizioni in caso di guerra. La comunità internazionale, Stati Uniti in testa, hanno cercato più volte di mediare tra le due parti, finora senza successo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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