Acqua, rete italiana un colabrodo: bisogna investire 50 miliardi

Palermo (Acea): "Un commissario europeo per l'emergenza idrica". Urso: "Entro Ferragosto pronto il piano Transizione 5.0"

Acqua, rete italiana un colabrodo: bisogna investire 50 miliardi
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È stata dedicata all'economia la terza e ultima giornata del Forum in Masseria, la kermesse organizzata da Bruno Vespa a Manduria con Comin&Partners. Si parte da Fabrizio Palermo (in foto), Ad di Acea, con un focus su un bene sempre più prezioso: l'acqua. In Italia gli investimenti infrastrutturali risalgono al dopoguerra. Reti vetuste si traducono in percentuali altissime di dispersione idrica: le perdite sono quasi il doppio della media Ue (42% rispetto al 23%). Per questo, secondo Palermo, sono necessari circa 50 miliardi di investimenti per sanare il gap e realizzare grandi opere e ammodernare le reti di distribuzione. A oggi gli investimenti necessari sono principalmente finanziati dalla tariffa idrica che nel nostro Paese è una delle più basse d'Europa, pari alla metà di quella francese. Se guardiamo oltre il continente, negli Usa sono stati stanziati dal governo Biden 125 miliardi di dollari per l'ammodernamento e resilienza dell'infrastruttura idrica, mentre la Cina nel 2023 ha avviato un piano di investimenti da 170 miliardi.

Palermo propone l'istituzione di un commissario europeo per l'acqua, come avvenuto in passato sull'energia, anche per permettere una focalizzazione maggiore sulle risorse a livello comunitario. Quanto alla messa a gara delle concessioni idriche imposta dall'Europa, l'Ad di Acea non è spaventato: «Data la nostra presenza nel settore, guardiamo ad altre concessioni e alle gare che verranno. Possiamo dare un contributo in Italia e fuori». Inoltre, «esistono oltre 2.500 operatori nel settore idrico, ma soggetti con spalle più larghe possono impegnarsi su progetti più importanti, basta copiare quello che è successo con le concentrazioni in altri settori», aggiunge Palermo, evidenziando che «il livello di competenze, anche manageriali, va alzato».

A seguire è intervenuto il ministro delle Imprese Adolfo Urso, che ha annunciato l'avvio del piano Transizione 5.0: «Prima della pausa di Ferragosto sarà ampiamente utilizzabile dalle imprese, retroattivo al primo gennaio». Si tratta, ha aggiunto, del «primo e unico piano europeo che mette insieme le 2 transizioni, digitale e green: 13 miliardi utilizzabili nel 2024 e 2025. Siamo riusciti a superare gli ultimi paletti europei e rispetto a Industria 4.0 è utilizzabile da tutte le imprese, senza limiti di settore o dimensione».

Poi, essendo vicini a Taranto, non poteva mancare la domanda sul futuro dell'Ilva: «Siamo impegnati a ripristinare gli impianti - ha detto Urso - per poi rivenderla e farne il polo siderurgico più produttivo, performante, e ambientalizzato d'Europa.

Ci conforta che già tre imprese hanno visitato gli impianti e una quarta importante multinazionale lo farà nei prossimi giorni». Questo quarto gruppo, che si aggiunge a due indiani e agli ucraini di Metinvest, viene da uno dei Paesi del G7.

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