Niente panico in Borsa: i probabili ribassi condizioneranno la politica

I folli programmi di spesa di Mélenchon dovranno fare i conti con i diktat Bce

Niente panico in Borsa: i probabili ribassi condizioneranno la politica
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L'unico suggerimento valido per risparmiatori e investitori è: «allacciate le cinture». La scorsa settimana il Cac 40, l'indice dei principali titoli della Borsa di Parigi, ha guadagnato il 2,6% nel corso delle cinque sedute proprio perché sembrava scongiurata la vittoria del Nouveau Front Populaire di Jean-Luc Mélenchon. I risultati di ieri e le prime parole del leader di estrema sinistra gettano un'ombra sinistra sui mercati. Chiedere l'abolizione dell'età pensionabile a 64 anni, il blocco dei prezzi, l'aumento dei salari e dello Smic (l'equivalente dell'assegno di inclusione italiano) sono obiettivi che a Bruxelles, e soprattutto a Francoforte (sede della Bce) suonano più come minacce che come promesse. Se all'establishment non piaceva la piattaforma sociale di Le Pen e Bardella, ancor più timore ingenerava la spesa pubblica illimitata vagheggiata da Mélenchon e soci: un incubo per un Paese con il deficit/Pil al 5,5% e con l'obbligo di riportarlo al 3% entro il 2027 in base al nuovo vecchio Patto di Stabilità.

Ecco perché oggi bisognerà aspettarsi un'apertura negativa dei mercati dettata dal timore di un mancato rispetto delle regole europee (quelle che all'Italia sono costate in termini di spread e di aumento della spesa per interessi). Ed è proprio allo spread che bisogna guardare considerato che il differenziale di rendimento tra gli Oat (i Btp transalpini) a 10 anni e gli omologhi Bund tedeschi era sceso a quota 60 punti nel corso della scorsa settimana dopo aver toccato la preoccupante (per Parigi) quota 80 all'indomani dell'affermazione di Le Pen e Bardella dpopo le Europee. Come ha sottolineato Marco Giordano, direttore investimenti di Wellington Management, «i livelli dei Cds sovrani francesi (l'assicurazione contro il default dei titoli di Stato; ndr) hanno iniziato ad allargarsi perché una crisi del consenso politico ed economico in uno dei principali membri dell'Unione potrebbe mettere nuovamente a dura prova il progetto europeo». Insomma, quello che vuole il mercato è una prosecuzione delle politiche dettate da Bruxelles che Macron - bene o male - ha sempre seguito pur prendendosi molte licenze sul fronte del deficit e del debito. Gli analisti di Allianz Global Investors, invece, hanno evidenziato come (a differenza dell'Italia) «sebbene la Bce detenga il 21% del debito pubblico francese per effetto del suo corposo programma di acquisto titoli, negli ultimi anni la percentuale di detentori di obbligazioni non francesi non è diminuita, ma è rimasta stabile attorno al 50%». I titoli di Stato transalpini rimangono appetibili perché nel mercato obbligazionario dei bond sovrani rappresentano l'opzione subottimale dopo i Bund tedeschi.

Ora Mélenchon potrebbe sconvolgere questo quadro anche se i suoi alleati, a partire dall'ex presidente Hollande, sono pronti a scendere a più miti consigli con i macroniani di Ensemble. Anche perché la presidente della Bce, Christine Lagarde, pur essendo francese, ha avvertito che questa volta potrebbe non avere il solito occhio di riguardo per la sua patria. «La Bce fa quello che deve fare, la stabilità dei prezzi è il nostro mandato che si basa sulla stabilità finanziaria», ha dichiarato qualche giorno fa sottintentendo che anche Parigi deve fare i compiti a casa prescritti da Bruxelles e da Berlino.

Alla fine, il suggerimento che si può dare agli investitori e a chi punta i propri risparmi in Borsa o sulle obbligazioni è quello di navigare a vista in attesa che lo scenario sia più chiaro.

«Il rischio di instabilità induce un approccio attendista da parte degli investitori francesi come di quelli esteri», ha sottolineato il manager di un fondo di investimento a Le Monde. Il fondo Algebris, infine, consiglia di continuare a puntare sulle banche europee «visti i continui miglioramenti degli utili,dei dividendi, i riacquisti di azioni e le valutazioni ancora convenienti».

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