Ciclismo sport fragile

Bici veloci e strade inadeguate. Non ce l'ha fatta la 18enne Furrer caduta ai mondiali. Rimasta nascosta fra le piante, soccorsa tardi

Ciclismo sport fragile
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Ancora una stella che si spegne e va a rendere sempre più tetra l'ennesima notte che è costretto a vivere il ciclismo che non la finisce di piangere i suoi ragazzi e le sue ragazze. E in questo gioco terribile con il destino, il movimento delle due ruote piange ancora una volta un ciclista svizzero, in questo caso una ciclista. A poco più di un anno dalla tragica fine di Gino Mader, il ciclismo rossocrociato perde Muriel Furrer, diciotto anni appena. Fatale una caduta in discesa e il conseguente impatto contro un albero durante la prova iridata juniores. In segno di rispetto l'Uci e il comitato organizzatore, che non hanno sospeso le gare dopo un consulto con la famiglia della sfortunata ciclista, hanno ridotto le cerimonie di premiazione. Secondo quanto riporta il portale svizzero Blick.ch, la ciclista è caduta in un tratto in discesa e sarebbe rimasta ferita nel bosco per diverso tempo sopra Kuesnacht. Muriel, residente non lontano dal luogo dell'incidente, avrebbe perso il controllo della sua bicicletta anche a causa dell'asfalto reso scivolosissimo dalla pioggia battente e, dopo essere finita nella zona boschiva, è rimasta nascosta per lungo tempo alla vista delle moto e delle auto di supporto. L'elicottero sarebbe atterrato un'ora dopo la fine della gara.

Furrer era considerata un talento emergente del ciclismo svizzero. A maggio aveva fatto parte della nazionale che si era aggiudicata il bronzo nella staffetta a squadre ai Campionati Europei di mountain bike in Romania. «L'ultima gara della stagione saranno i campionati mondiali di casa a Zurigo la prossima settimana» aveva scritto sui social appena pochi giorni fa.

Ancora una stella che si spegne, in uno sport, il ciclismo, che mostra disarmato tutta la sua fragilità. Uno sport pericoloso, che si pratica su biciclette sempre più performanti e veloci e su strade non sempre all'altezza della situazione. In questa rassegna iridata i corridori avevano già evidenziato troppe criticità nelle discese e l'asfalto non è certo quello degno di una rassegna iridata. Appena tre mesi fa, a inizio luglio, ad allungare il triste rosario delle morti in bicicletta era stato il norvegese Andrè Drege, anche nel suo caso per una brutta caduta in discesa al giro d'Austria.

E un anno prima, sempre in discesa e sempre in Austria, aveva perso la vita un altro ragazzino juniores, Jacopo Venzo, promessa vicentina di 17 anni. Tragedia avvenuta poche settimane dopo quella di Gino Mader, finito in un dirupo al giro di Svizzera.

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