A 10 anni da Strunz!: «Trap come Kennedy»

G iovanni Trapattoni come Arrigo Sacchi? Meglio di Enzo Bearzot? Peggio di Vittorio Pozzo? Macché, siete fuori strada. Inutile umiliare il Trap paragonandolo agli allenatori che hanno fatto la storia del calcio. Nella storia (quella vera) la figura comparabile all’allenatore più scudettato d’Italia è una sola: John Fitzgerald Kennedy, trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti. E parliamo del Kennedy colto in uno dei momenti più alti del suo mandato, quello della visita al Muro di Berlino, nel giugno del 1963. «Ich bin ein Berliner, io sono un berlinese», disse allora Kennedy. «Strunz ist Schwach wie eine Flasche leer, Strunz è debole come una bottiglia vuota», si sfogò il Trap nella sua indimenticabile conferenza stampa alla fine della sua avventura al Bayern. Le frasi erano destinate entrambe a lasciare il segno. E se l’accostamento vi sembra eccessivo chiedete informazioni in Germania: «Dal Kennedy di Berlino in poi, nessuno straniero ha più saputo parlare così profondamente all’anima tedesca come Trapattoni», ha scritto Der Spiegel, il più prestigioso settimanale pubblicato a nord delle Alpi.
Il fatto è che, 10 anni dopo, i tedeschi non hanno dimenticato. E ieri, 10 marzo 2008, hanno adeguatamente celebrato l’anniversario del 10 marzo 1998, ovvero il Trap che entra nella storia di Germania. Così Die Welt, serioso quotidiano di centro-destra, sul suo sito ha ricordato l’evento con accenti sobri: si parla di «leggenda», di parole «che hanno reso Trapattoni immortale».
In realtà che cosa abbia trasformato lo sfogo dell’allenatore del Bayern contro i suoi giocatori (accusati di preferire la bella vita agli allenamenti) in uno spartiacque della cultura tedesca è misterioso. Fino al giorno fatale i commentatori della Bundesliga avevano certamente dimostrato di apprezzare la competenza e la grinta del Trap. Ma non avevano mancato di prenderne in giro, sia pure con bonomia, i difetti. A cominciare dalle limitate capacità linguistiche. Il gramelot trapattoniano, un misto di inglese, tedesco e italiano («una sinfonia di sillabe che si succedono arbitrariamente» ha scritto a suo tempo un giornale), suscitava immancabili sorrisi ironici. Dopo il colpo di fulmine è diventato addirittura una lingua, il «Trapattonisch» (trapattonico). La frase «Ich habe fertig» («sono finito»), grammaticalmente sbagliata, è diventata un modo di dire comune.


C’è chi giura che il successo dell’invettiva contro lo scarso spirito di sacrificio tipico della Germania moderna abbia a che fare con l’innato rovello dello spirito tedesco, tutto introspezione e auto-macerazione, e con i sensi di colpa latenti per un benessere costruito sulle macerie di una guerra terribile. Comunque sia ora Trapattoni ha un altro obiettivo: dopo aver conquistato la Germania ha preso di mira l’Irlanda. Chissà che cosa si inventerà.

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