Il 17 dicembre andrà in scena la Serata Ratmansky, appuntamento con tre balletti e una sorpresa mondiale

C'è grande attesa per il direttore Tony Pappano (nella foto) che finalmente viene alla Scala non per un concerto ma per un'opera: Les Troyens di Berlioz, in una nuova produzione. Pappano è un crogiolo di culture. Le origini, fantasiosità e calore sono italiani, così come è anglosassone quel suo modo di fare spiccio, esito della giovinezza negli States e fanciullezza in Inghilterra. Risiede a Londra, ha la cittadinanza americana, s'è comprato una casa in Umbria, e fa il pendolare tra la capitale inglese, dove dirige il Covent Garden, e quella italiana dove dal 2005 guida l'Orchestra dell'Accademia Musicale di Santa Cecilia. Conosce l'opera nei suoi meandri. Era insomma il grande assente scaligero.
Uno spettacolo che, per titolo e realizzazione, suscita aspettative è La sposa dello Zar di Rimskij-Korsakov con Daniel Barenboim sul podio, e Dmitri Tcherniakov alla regia. Sarà l'ultimo titolo della stagione, Simon Boccanegra, a riportare alla Scala una star, il tenorissimo Placido Domingo (foto), però nel ruolo di baritono cioè di Simone.
Altro momento chiave, quello del 17 dicembre, quando - per la stagione di Balletto - va in scena la Serata Ratmansky. Un appuntamento con tre balletti, tra cui una prima assoluta mondiale.

L'inaugurazione è così interamente dedicata a Alexei Ratmansky, tra i più talentuosi coreografi, dotato di uno stile originale che il Balletto scaligero ha fatto suo nel 2012, presentando in prima europea Concerto DSCH, lavoro che ha ottenuto il premio Danza&Danza come miglior produzione classica della stagione. Per l'occasione danzeranno due tra i migliori ballerini in campo: Svetlana Zakharova e Roberto Bolle.

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