"Mi hanno sparato nelle zampe. E nei salotti buoni hanno brindato"

Davanti a questi vigliacchi che non hanno il coraggio di affrontarmi in faccia, non posso morire in ginocchio

"Mi hanno sparato nelle zampe. E nei salotti buoni hanno brindato"
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Quella mattina sono in due nei giardini di piazza Cavour, a Milano. Uno mi spara alle gambe. L’altro mi tiene nel mirino della sua pistola. I primi due-tre proiettili entrano nelle mie lunghe zampe di pollo. Non devastano né ossa né arterie. Ma sarebbero sufficienti per far cadere a terra qualsiasi cristiano. In quegli attimi ricordo la promessa che avevo fatto a Mussolini, e a me stesso, quando, bambino, mi ritrovai intruppato nei balilla: «Se devi morire, muori in piedi!». Davanti a questi vigliacchi che non hanno il coraggio di affrontarmi in faccia, penso, non posso morire in ginocchio. E mi aggrappo alla cancellata dei giardini. Non sto in piedi sulle gambe, ma mi reggo dritto con la forza delle braccia. E quello continua a sparare e a centrare le mie zampe di pollo. Se mi fossi accasciato, se mi fossi inginocchiato davanti a lui, a quell’ora sarei morto».

«Le ferite vanno bene anche perché non ho il tempo di pensarci: è tutto un viavai di amici, nemici, conoscenti, sconosciuti: mi sembra di essere la Madonna di Loreto. Viene anche la televisione, e io mi lascio intervistare minimizzando l’accaduto (mi dicono che Cervi, che lo ha commentato l’altroieri sera da Montecarlo, ha commosso tutti con la propria commozione). Mi telefona Andreotti, poi Cossiga, poi Forlani, poi Gianni Agnelli. A tutti rispondo scherzando, che non mi prendano per un piagnone.

«Le ferite vanno bene anche perché non ho il tempo di pensarci: è tutto un viavai di amici, nemici, conoscenti, sconosciuti: mi sembra di essere la Madonna di Loreto.

Viene anche la televisione, e io mi lascio intervistare minimizzando l’accaduto (mi dicono che Cervi, che lo ha commentato l’altroieri sera da Montecarlo, ha commosso tutti con la propria commozione). Mi telefona Andreotti, poi Cossiga, poi Forlani, poi Gianni Agnelli. A tutti rispondo scherzando, che non mi prendano per un piagnone.

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