Abusi sessuali sugli allievi, ora il maestro di karate rischia il processo

Chiusa l'inchiesta a caurco di un 47enne titolare di una palestra di arti marziali. L'accusa: violentò dei ragazzini con la promessa che il sesso li avrebbe resi più forti nei combattimenti

Titolare di una palestra di arti marziali, per dodici anni avrebbe violentato i ragazzini delle medie che la frequentavano, soggiogandoli con la promessa che il sesso li avrebbe resi più forti ed emarginando quelli che invece lo rifiutavano. Lo scorso luglio il maestro, 47 anni, era stato arrestato grazie a una delle vittime che, diventata adulta, si è resa conto di essere stata violentata e ha trovato la forza di denunciarlo alla polizia. Ora il pubblico ministero Brunella Sardoni gli ha notificato l'avviso di chiusura dell'inchiesta che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. L'inchiesta nata dalla denuncia della prima vittima aveva portato gli investigatori a individuare altre sette ragazzi che hanno confermato le accuse. Non solo, durante un pedinamento dell'indagato gli agenti hanno potuto vederlo all'opera, mentre portava in un ristorante il suo prossimo obiettivo e cercava di sedurlo. Secondo quanto ricostruito dal pm, il maestro utilizzava sempre le stesse tecniche per adescare i propri allievi. Li avvicinava fingendosi un confidente con cui parlare dei problemi a casa, lodando le loro potenzialità fisiche e atletiche, fomentando rivalità tra i ragazzini finché riusciva ad attirarli nella sua abitazione. Qui li convinceva a partecipare a giochi sessuali, a volte anche in gruppo, sostenendo che il sesso avrebbe dato loro più energia per riuscire meglio nei combattimenti e nella vita. Il maestro era finito in carcere per ordine del gip Simone Luerti con l'accusa di violenza sessuale con le aggravanti dell'aver abusato di bambini minori di 14 anni, delle condizioni di minorata difesa delle sue vittime e dell'abuso di relazioni di servizio e di prestazione d'opera. Reati che sono contestati a partire dal 1998 ai danni di otto persone che all'epoca degli abusi avevano tra i 12 e i 13 anni. Nell'ordinanza di arresto il gip scriveva che le dichiarazioni delle vittime «dimostrano il tipico quadro psicologico dell'adolescente attratto dal sesso, ma soggiogato dall'adulto affabulatore». Mentre il procuratore aggiunto Pietro Forno, a capo del dipartimento della Procura che persegue i reati contro soggetti deboli, aveva lanciato un monito, dicendo: «Traggo spunto da vicende come questa, per segnalare ai genitori i pericoli insiti nell'affidare senza alcun controllo a terze persone poco conosciute i figli, con la possibilità per queste persone di godere della fiducia completa della famiglia, di non avere alcun controllo e di entrare con dei meccanismi seduttivi nella fiducia del ragazzo. Quando i ragazzini vengono lasciati senza limiti con la possibilità per esempio di dormire dal maestro, è un invito a nozze per i malintenzionati».

Il maestro è inoltre accusato di produzione di materiale pedopornografico, perché alcuni dei giovani hanno riferito che riprendeva gli abusi con una telecamera. La procura ha poi fatto svolgere una consulenza informatica sul computer del 47enne per acquisire le immagini come fonti di prova.

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