Stefano Vladovich
Il volume della radio troppo alto, un bicchiere di troppo e fra due compagni di stanza scoppia il finimondo. Una rissa per motivi a dir poco banali, ma che in pochi secondi si trasforma in tragedia. Un trentenne in fin di vita e laltro arrestato per tentato omicidio dopo una caccia alluomo senza precedenti. Ad avere la meglio è Ion I., 46 anni romeno, un metro e 90 di altezza per 120 chili di muscoli, operaio. «Prima ha spaccato una bottiglia di birra in testa al connazionale - raccontano gli uomini del nucleo operativo dei carabinieri di Bracciano - poi lha accoltellato lacerandogli laddome. Credendo di averlo ucciso è fuggito per i campi». Un vero e proprio energumeno Ion per gli stessi carabinieri che lhanno braccato per quattro giorni nelle campagne fra Vigna di Valle, Anguillara e Trevignano. Un colosso ferito, ricercato e, soprattutto, violento tanto da terrorizzare per giorni gli abitanti della zona. Basta poco, difatti, per far circolare la leggenda di un «gigante» inferocito e armato che si aggira nei boschi. Alla fine la cattura, allalba di ieri, quando i militari fanno irruzione in un casolare abbandonato a Castel di Guido.
A ricostruire la vicenda sono i carabinieri del nucleo operativo della compagnia Bracciano. Accade tutto domenica sera in una manciata di minuti. Sono passate le 19 in una casetta prefabbricata sulla riva del lago. Ion e Mihai, 32 anni, hanno trascorso la giornata di festa cercando di riposare. I due extracomunitari, difatti, lavorano dal lunedì al sabato come braccianti nei cantieri edili del Viterbese. Ma Ion non riesce a dormire per il rumore provocato dallamico. «Abbassa la musica altrimenti ti ammazzo». «Lasciami in pace», risponde laltro. Dalle parole ai fatti. I due prima si insultano, poi si azzuffano a calci e pugni. Infine Ion prende una bottiglia vuota e la lancia contro la testa dellamico. Non contento afferra un coltello da cucina e lo infilza nella pancia di Mihai. Probabilmente sconvolto infierisce su di lui aprendogli letteralmente il ventre. «Dalla loro baracca sentivamo urla strazianti - raccontano i vicini -, così abbiamo chiamato il 118». Quando arrivano i sanitari Mihai è steso sul letto in un lago di sangue. Le viscere sulle coperte, lui agonizzante. Il poveretto viene trasportato allospedale civico di Bracciano e operato durgenza. «Abbiamo subito tracciato un identikit dellaggressore - concludono i carabinieri - e avviato le ricerche per scoprire dove si potesse nascondere». Sono ore dangoscia per tutti: Mihai nel reparto di terapia intensiva, Ion in fuga, i carabinieri al lavoro. Lincubo finisce alle prime ore di venerdì quando i militari accerchiano il covo del latitante.
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