In Spagna decine di morti intrappolati nelle auto. Allerta alta, Sanchez: "State a casa"

Per le autorità spagnole si tratta del disastro più grave dopo quello dell'alluvione del 1973 quando morirono 300 persone. Si teme che anche questa volta il numero dei decessi possa aumentare

In Spagna decine di morti intrappolati nelle auto. Allerta alta, Sanchez: "State a casa"
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Una catastrofe di dimensioni enormi. Si fanno i primi terribili bilanci in una Spagna sotto choc dopo la disastrosa alluvione che ha colpito la regione di Valencia provocando più di 100 morti e almeno 120mila sfollati. I numeri, purtroppo, sono provvisori mentre continuano le operazioni di ricerca dei numerosi dispersi sperando di trovare ancora alcuni sopravvissuti. Le squadre di emergenza spagnole hanno recuperato otto cadaveri in un garage, tra cui un poliziotto, nel quartiere La Torre. Nella stessa zona, in un'abitazione, è stato trovata una donna senza vita. Decine di corpi restano ancora intrappolati nelle auto. Circa un migliaio di soldati sono dispiegati sull'intero territorio, assieme a vigili del fuoco, polizia e soccorritori, al lavoro per localizzare persone ancora in vita e per sgombrare le zone colpite dal disastro. L'ultimo bollettino ufficiale comunicato dalle autorità parla di 95 morti, di cui 92 nella comunità di Valencia, la più colpita. Altri due decessi sono stati registrati nella vicina regione di Castiglia-La Mancia e un terzo in Andalusia.

Il disastro più grave in 50 anni

Le autorità spagnole hanno fatto sapere che si tratta del bilancio più grave dopo quello dell'alluvione del 1973. Allora morirono 300 persone, ma anche questa volta il numero è destinato ad aumentare a causa dei numerosi dispersi, ha annunciato il ministro delle Politiche Territoriali Angel Victor Torres. Il primo ministro Pedro Sànchez, che ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, è stato stamattina a Valencia, dove ha visitato il Centro di coordinamento dei soccorsi (Cecopi). Ieri, in un breve discorso televisivo, il leader socialista ha assicurato che il governo non lascerà "sole" le vittime. Il leader, riferisce il Palazzo della Moncloa, è andato nel Comune valenciano di L'Eliana accompagnato dalla ministra della Scienza, dell'Innovazione e dell'Università, Diana Morant e dal governatore della regione di Valencia, Carlos Mazón. "In primo luogo vorrei dire ai cittadini che vivono nelle province di Valencia e Castellon - ha dichiarato Sànchez - di rimanere a casa, perché la Dana continua. Non uscite e rispondete alle chiamate dei servizi d'emergenza. In questo momento la cosa più importante è salvaguardare il maggior numero di vite possibile. Siamo alle porte di un ponte che ci tocca emotivamente perché domani è il giorno di Ognissanti, nelle zone della Dana restiamo in casa".

Le polemiche

Il ministero dell'Interno spagnolo, in risposta alle polemiche che si sono scatenate nelle ultime ore, ha precisato che era la Regione di Valencia la responsabile dell'invio dei messaggi di allerta alla popolazione via cellulare per le piogge torrenziali che si sono abbattute sul territorio. "Alla luce di alcune informazioni errate diffuse mercoledì, il ministero dell'Interno ricorda che l'attivazione dei piani territoriali di protezione civile in caso di emergenze di qualsiasi tipo e la loro successiva gestione è di esclusiva competenza delle autorità regionali, competenti in materia secondo quanto previsto dalla normativa vigente", ha sottolineato il ministero in una nota, affermando che "le autorità regionali di protezione civile sono responsabili della gestione del protocollo ES-Alert per l'invio di allarmi alla popolazione in un'area interessata da emergenze o catastrofi imminenti".

Gli atti di sciacallaggio

La polizia spagnola, nel frattempo, ha arrestato 39 persone nelle ultime ore come presunti autori di atti di sciacallaggio nelle zone colpite dalle piogge torrenziali. Lo afferma il ministero degli Interni, come riporta El Pais. Questi furti, in cui i ladri hanno approfittato del caos creato dalla Dana, si sono concentrati soprattutto nel centro commerciale Bonaire della città di Aldaia e nel MN4, ad Alfafar, anch'esso gravemente colpito dalle inondazioni. Le forze di sicurezza sono state costrette a ritirare parte delle truppe dal soccorso alle vittime per pattugliare le aree, al fine di prevenire ulteriori furti. L'obiettivo principale di questi ladri sono oggetti di alto valore economico poco ingombranti, come computer, telefoni cellulari o profumi di marca.

I ritardi e l'allerta a Barcellona

"Nel caso della Dana che ha colpito la regione di Valencia, il governo regionale è stato responsabile dell'invio di questo allarme di massa alla popolazione, come avevano già fatto i governi delle comunità autonome di Madrid e dell'Andalusia in precedenti emergenze con caratteristiche simili", ha aggiunto il ministero. Nella regione, la più colpita dalle piogge, sono scoppiate polemiche per l'invio dell'alert ai cellulari dei cittadini poco dopo le 20, quando già molte persone erano rimaste intrappolate per le inondazioni. Intanto, il maltempo si sposta. La città di Barcellona e i suoi dintorni sono in massima allerta per la possibilità di grandine e trombe d'aria o alluvioni. L'agenzia meteorologica statale spagnola Aemet, inoltre, ha emesso una nuova allerta rossa per il nord della provincia di Castellon, nella regione di Valencia, e il sud di Tarragona, in Catalogna, per forti piogge.

Secondo quanto scrive La Vanguardia, questa allerta resterà in vigore fino alle 14. A proposito del nord della provincia di Castellon, Aemet scrive su X: "Pericolo estremo, non viaggiare nella zona a meno che non sia strettamente necessario".

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