Agenzie storiche: la finta guerra tra la Snai e il Tar

È finta (o dovuta per essere più precisi) la guerra fra Tar del Lazio e Snai sulle agenzie ippiche storiche che continuano a tenere banco. La telenovela s’è arricchita di altri due passaggi burocratici. Il Tar del Lazio non poteva fare a meno di negare la sospensiva a Snai sulla revoca delle agenzie in questione. E Snai non poteva esimersi da far ricorso al Consiglio di Stato. Niente di straordinario. Anomale invece appaiono le furbesche considerazioni di chi ha cercato di strumentalizzare la decisione. I giudici romani, già nell’udienza di una settimana fa, avevano espresso forti perplessità sulla posizione di quelle compagnie che hanno partecipato al bando attraverso nuove società. È il caso appunto di Snai rappresentata dall’Agenzia Ippica Monteverde con offerte per 303 agenzie a un prezzo per diritto di 86.800 euro. In soldoni un impegno di oltre 25 milioni di euro. A dimostrazione di come la società guidata da Maurizio Ughi punti fortemente sull’ippica nonostante la cronica flessione del settore. Nell’ordinanza (vedi il dispaccio Agicos) emessa sul ricorso di Snai, si legge che non avendo la compagnia partecipato alla gara «la protrazione del collegamento al totalizzatore nazionale non si giustificherebbe in alcun modo, posto che il rapporto convenzionale è ormai estinto». E quindi, spiega il Tar, «la presente ordinanza sarà eseguita dall’Amministrazione».
Si chiude così il primo capitolo. Il secondo si apre con il ricorso di Snai al Consiglio di Stato. «Ma si tratta di un atto dovuto», afferma Ughi, presidente di Snai. «In quanto società quotata in borsa – spiega – impugneremo l’ordinanza di fronte al Consiglio di Stato. Piuttosto speriamo che l’avvio della nuova rete avvenga in tempi brevissimi e che non ci sia bisogno dell’intervento di un nuovo giudice per risolvere la questione. La decisione del Tar, anche se contraria alla nostra compagnia, è logica. Altrimenti ci sarebbe stata una sovrapposizione fra vecchia e nuova rete. Se il Tar non avesse optato per questa soluzione, noi avremmo potuto mantenere in vita le 137 vecchie agenzie mentre le nuove 303 venivano aperte sotto l’egida della controllata. In pratica avremmo potuto beneficiare di oltre 400 agenzie durante il periodo di sei mesi che il capitolato della gara concede ai nuovi aggiudicatari per avviare l’attività». Una finta guerra, appunto.
Dal dl pro Abruzzo scaturisce una importante novità sulla tassazione dei giochi. L’art. 12, alla lettera h, modifica l’aliquota sulle scommesse a quota fissa. Ad Aams viene demandato il compito di fissare l’imposta unica al 20% della raccolta al netto delle somme che vengono restituite in vincite e/o rimborsi al consumatore. La grande novità è quindi rappresentata dal fatto che l’imponibile sarà calcolato sul «win» e non più sulla raccolta.

Sotto il profilo fiscale il nostro mercato si avvicina sempre più al modello inglese e a quello spagnolo ai quali è superiore per regolamenti e rete informatica. Se non siamo primi al mondo, poco ci manca. Di sicuro il sistema italiano sta divenendo sempre più un punto di riferimento.

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