Un crash per 8,5 milioni di computer. Ma il mondo sta tornando online

Dopo i disagi di venerdì, lento rientro alla normalità. Ritardi sui voli con meno cancellazioni. Ecco perché Cina e Russia si sono "salvate"

Un crash per 8,5 milioni di computer. Ma il mondo sta tornando online
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Il peggio è passato ma la scia del disastro informatico che ha paralizzato mezzo mondo continuerà a farsi sentire ancora per qualche giorno. Aeroporti, banche e aziende stanno lentamente riprendendo le regolari attività dopo il bug che ha messo Ko i computer che utilizzano Windows come sistema operativo, 8,5 milioni in totale secondo le stime dell'azienda, per colpa di un aggiornamento difettoso fornito dall'azienda di sicurezza informatica CrowdStrike.

Il settore globalmente più colpito, quello del trasporto aereo, sta lentamente tornando alla normalità ma gli operatori avvertono che ritardi e cancellazioni continueranno almeno per tutto il fine settimana. Oltre 1.600 i voli cancellati ieri mentre venerdì sono stati in totale 6.855 in tutto il mondo, con buona pace di chi sognava di partire per le vacanze, mentre 11mila voli hanno subito ritardi, anche molto pesanti. Tra i Paesi che hanno subito meno disagi la Cina, che non dipende da Microsoft come il resto del mondo e può disporre di una sorta di autosufficienza informatica, e la Russia, dato che a causa delle sanzioni occidentali molte aziende, tra cui Microsoft, hanno sospeso le vendite di servizi e ridotto le attività. Non a caso comunque i due Paesi sono quelli d cui partono la maggioranza degli attacchi hacker.

A casa nostra, nei principali scali sta tornando lentamente la normalità. A Fiumicino segnalate ancora alcune code e ritardi, ma il quadro è nettamente cambiato con soli due voli cancellati e una ventina di altri in ritardo nella giornata di ieri. Mentre buona parte dei passeggeri rimasti a terra, in particolare quelli diretti negli Stati Uniti, sono stati ricollocati su altri voli.

Se in altri paesi come Germania, Inghilterra e Israele, l'emergenza ha colpito pesantemente le strutture sanitarie, con interventi cancellati e caos nei sistemi di prenotazione, il down dei sistemi informatici non ha coinvolto ospedali e aziende sanitarie italiane. «Nessuna segnalazione né anomalia è finora arrivata da Asl e ospedali italiani», spiega il presidente della federazione aziende sanitarie ospedaliere Giovanni Migliore. «Fin dall'inizio dell'allarme internazionale, un monitoraggio ha permesso ad Asl e ospedali di comunicare in tempo reale disagi o interruzioni di servizio che, per fortuna, non sono avvenute. I nostri sistemi operativi hanno funzionato regolarmente, assicurando la tenuta dell'infrastruttura».

L'incubo dello schermo blu con il messaggio «c'è un problema e bisogna aggiornare il pc», sembra dunque superato. Escluso l'attacco informatico, l'evento gravissimo e quasi unico nella storia dell'informatica, è stato particolarmente complesso da risolvere perché ha costretto i tecnici a intervenire manualmente sulle singole macchine, rendendo inefficace l'immediato invio di aggiornamenti al software difettoso. Nonostante il banale rimedio suggerito, spegnere e riaccendere i terminali, anche per 15 volte, consigliato dagli esperti.

E tra le varie teorie del complotto circolate sul web (e dove sennò) secondo cui il crush informatico sarebbe parte di un disegno o l'avvio della terza guerra mondiale, è partita a livello globale la riflessione su quanto tutti siamo dipendenti dalla rete informatica. E chissà che questo episodio non possa essere utile perché la prossima volta, se o quando ci sarà, ci possa trovare più preparati.

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