Albaro si appella alla storia per dire no al supermercato

Albaro si appella alla storia per dire no al supermercato

Caro Massimiliano, ho letto con attenzione l'articolo di Francesco Gambaro - del 7 gennaio - dal titolo «Albaro, i supermercati al posto delle ville». Tra qualche tempo terminerò uno studio, anche se modesto, sul Municipio Medio Levante (Foce, Albaro e San Martino) per mettere in luce le trasformazioni avvenute sul territorio ed evidenziare i risvolti positivi e negativi: diventerà una relazione che presenterò - quale assessore del Municipio VIII - al Consiglio, con lo scopo di illustrare lo stemma, in via di ultimazione e che richiamerà tre elementi che più ricordano i 3 antichi Comuni, e aprire un dibattito sugli sviluppi che potrà o dovrà avere il nostro territorio.
Qui però non scrivo nella mia veste istituzionale, ma da dirigente della Lega Nord, per esprimere il mio pensiero – che coincide con quello di Francesco Bruzzone, segretario della Lega Nord Liguria – circa l’ipotesi di insediamento in via Piave di un supermercato della catena Esselunga.
Occorre fare un salto indietro nel tempo: fino alla seconda metà del XIX secolo, il comune di Albaro era un territorio scarsamente popolato, disseminato di 58 palazzi patrizi e 42 case di «manenti»; luogo di villeggiature delle più importanti famiglie genovesi, ricco di orti, vigneti e uliveti. Nel 1873 il Comune fu annesso a quello di Genova, e nel periodo a cavallo tra fine ottocento e i primi due decenni del novecento, fu oggetto di vari Piani Regolatori miranti ad un’edificazione intensiva di tutto il territorio. Il P.R. del 1900 prevedeva la costruzione di 3 strade, una a mare (c.so Italia) una al centro (via Rosselli, Gobetti...) e una a monte (c.so Europa, Gastaldi) e la divisione in lotti delle vastissime aree fabbricabili; in questo contesto, molte ville nobiliari subirono varie ristrutturazioni, ad eccezione di Villa Paradiso e poche altre, rimaste pressoché integre. Alcune ville sono da tempo sedi di scuole private, come villa Raggi (suore Dorotee), e villa Brignole-Sale (suore Marcelline); mentre villa Cambiaso è l’attuale sede della Facoltà di ingegneria; altre, come villa Saluzzo Mongiardino, sono state suddivise in appartamenti. Stessa sorte hanno subito le case dei «manenti», rimaneggiate e ristrutturate ad uso abitativo residenziale.
Ai nostri giorni Albaro appare come un quartiere ricco di zone verdi - anche se assai ridotte rispetto a quelle di un secolo fa – costellato di palazzi prestigiosi che hanno cambiato destinazione d’uso nel corso dei decenni, e di un elevato numero di case di pregio, pur non mancando zone di più basso livello abitativo. Detto questo, non voglio certo restare ancorato al passato, ma valutare serenamente ciò che di nuovo possa essere inserito nel nostro Municipio, a beneficio dei cittadini tutti, dei residenti in particolare, senza stravolgere il nostro territorio: le piscine, recentemente riportate alla bellezza originaria, sono un esempio positivo; così come il progetto, veramente bello, del nuovo Lido; o l’intervento di carattere sportivo ipotizzato a ridosso del Baretto; nuove costruzioni residenziali, alcune in fieri, là dove non impattano sull’esistente, sono accettabili, così come i numerosi parcheggi sotterranei che hanno sottratto auto dalla superficie pur con i normali disagi che creano durante la costruzione; corso Italia poi, è un lungomare bellissimo, amato e frequentato da tutti i genovesi, con alti costi di manutenzione, soprattutto per le aiuole: quindi ben vengano sponsor generosi che vi investano quattrini solo per il fatto di amare il verde e senza chiedere alcunché in cambio, novelli mecenati, direi (ma ne esistono ancora?). Un tale quartiere (il mio, e lo dico con orgoglio), così affascinante, così pieno di bellezze, di mare e di collina, deve essere protetto e preservato da insediamenti invasivi che per la loro tipologia possano portare a un aumento spropositato di transito automobilistico, come nuovi supermercati, dei quali, del resto, Albaro è piena e per di più buoni per tutte le tasche.


Ecco perché io, da leghista e in perfetta sintonia con Francesco Bruzzone, sono fortemente critico nei confronti dell’ipotizzato insediamento del supermercato Esselunga in via Piave, come del resto lo fu una quindicina di anni fa la allora Circoscrizione Albaro, guidata dalla Lega Nord, nei confronti di altro supermercato.
Carissimi saluti.
*Membro del Direttivo
della Sezione «Levante»
della Lega Nord

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