Alemanno, l’obiettivo è il ballottaggio

Andrea Cuomo

da Roma

Il grande assente nella campagna elettorale per il sindaco di Roma è stato il confronto televisivo. Quello tanto invocato dal candidato della Casa delle libertà, l’ex ministro Gianni Alemanno, e concesso in extremis dal sindaco uscente Walter Veltroni. Si sarebbe dovuto tenere venerdì sera a Matrix, il salotto catodico di Enrico Mentana. Poi però mercoledì mattina Veltroni è stato ricoverato al policlinico Gemelli in preda alla febbre alta provocata dai calcoli renali e il faccia a faccia è saltato. Scatenando le fantasie dietrologiche di chi ha cercato di capire a chi potesse giovare un simile colpo di teatro «sanitario». E la rabbia repressa di Alemanno, costretto a rinunciare senza nemmeno potersi lamentare, per ovvie ragioni di fair play, a quella che riteneva una chance fondamentale per cercare di ribaltare l’esito elettorale delle urne, che in molti danno per scontato.
Perché quello a cui oggi e domani saranno chiamati 2.341.773 elettori romani in 2.600 sezioni, più che un dilemma tra due candidati, sembra un plebiscito annunciato per il sindaco uscente, che ha saputo coltivare con gran cura nei cinque anni di amministrazione l’orticello della propria popolarità personale. Quella di Alemanno verso il Campidoglio appare così una corsa davvero in salita. Non mancano motivi che fanno sperare l’ex ministro e tutto il centrodestra di poter ottenere intanto il primo obiettivo, quello di evitare la sconfitta al primo turno e di trascinare Veltroni a un secondo turno che a quel punto sarebbe una vera lotteria. Innanzitutto gli ultimi mesi hanno evidenziato qualche crepa nel colossale bastione dell’immagine veltroniana: nemmeno l’ecumenismo dell’inquilino del Campidoglio riesce a celare il fatto che i principali problemi della città (mobilità, emergenza casa, liste di attesa negli asili, campi nomadi, ricatti dei centri sociali) sono ancora là, in attesa di qualcuno che li risolva. E quanto ai sondaggi, la vicenda delle ultime elezioni politiche dovrebbe bastare e avanzare per consigliare a chiunque li legga una buona dose di prudenza.
I due schieramenti hanno chiuso in maniera diversa la campagna elettorale: una differenza emblematica. Il centrosinistra, orfano del sindaco ma in perfetto spirito veltroniano, ha scelto cinque piazze della periferia e il supporto di comici e artisti, mentre la Casa delle libertà ha chiuso venerdì sera in piazza del Popolo con i leader nazionali dei tre partiti principali, Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini, a sottolineare la valenza politica del voto amministrativo, da cui potrebbe arrivare il primo «avviso di sfratto» per Romano Prodi.

Entrambi i candidati voteranno oggi: Veltroni lo farà nel «seggio volante» del policlinico Gemelli. Alemanno in una scuola di via Micheli ai Parioli, accompagnato dalla mamma. Sua moglie, Isabella Rauti, voterà invece nella vicina via Bitossi.

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