Alemanno: "Il parco sulla romanità sarà la grande Eurodisney italiana"

Il sindaco della capitale: "Moltiplicheremo i turisti sul modello Parigi Fiumicino? Non esiste una Capitale senza aeroporto"

Alemanno: "Il parco sulla romanità  
sarà la grande Eurodisney italiana"

Roma - Ha chiuso l’anno contando i nuovi capelli bianchi: «Ce n’è più d’uno. Almeno in una cosa Veltroni aveva ragione... è molto più faticoso fare il sindaco che il ministro!». Gianni Alemanno inizia la sua giornata poco dopo il suo predecessore («La prima riunione operativa dello staff alle nove»), ma non chiude «mai prima di mezzanotte». In questi giorni, finite le feste, ha già sul tavolo due grane. La prima: la battaglia sugli equilibri strategici della Cai (che ha implicazioni dirette sull’aeroporto di Fiumicino), in cui prende una posizione che provocherà qualche polemica nel Pdl: «Non accetteremo nessuna ipoteca nordica e nemmeno che si facciano ricatti per le rotte. Fiumicino non può che restare un hub, perché nessuna capitale del mondo è priva di un aeroporto internazionale». Seconda grana: gli episodi di violenza a Roma. Qui Alemanno ribatte a tutte le critiche del centrosinistra. «Basta leggere i dati. Quest’anno i reati sono diminuiti del 20 per cento». Infine, dopo le indiscrezioni che circolano dalla campagna elettorale, il sindaco tira fuori dal cilindro il suo nuovo progetto: «L’obiettivo è un grande parco a tema sulla romanità, che punti a moltiplicare i numeri del turismo a Roma così come è avvenuto a Parigi per Eurodisney».

Parliamo dalla nuova Alitalia.. Formigoni e la Moratti sono molto critici.
«Non capisco e non condivido».

Difendono Malpensa, è sbagliato?
«Mi sembra legittimo solo finché ci si limita a quello che dice lei».

E in cosa non si limitano, invece?
«Il primo errore è considerare Alitalia una azienda di Stato. È una cordata di imprenditori, deve operare autonoma».

Lei non vuole mettere in discussione la partnership di Air France?
«Non si possono modificare i piani industriali sull’effetto delle spinte politiche: la vecchia Alitalia è fallita così».

Lei vedrà i nuovi vertici?
«Lo farò il 15 gennaio».

E il secondo errore?
«Non è ammissibile che, in virtù di quella che io chiamo una... logica nordista, si pretenda di depotenziare il ruolo attuale di Fiumicino nei piani già annunciati, e anche il suo sviluppo futuro».

Prevede una espansione del traffico su Roma a breve termine?
«Ne sono certo. Fiumicino ha tutte le caratteristiche per essere l’hub italiano. Aeroporti di Roma ha deciso il raddoppio della struttura su modello dei grandi scali asiatici».

E poi?
«Entro quattro anni realizzeremo un grandissimo parco tematico della romanità, a un livello tecnologico e spettacolare che non abbia nulla da invidiare a Eurodisney».

Svuoterete le case del Comune?
«Veramente i costi del parco saranno a carico dei privati, e l’amministrazione si occuperà solo delle infrastrutture».

Ha intenzione di mettere insieme anche lei una cordata?
«Per un progetto così ci sono già ampie disponibilità di solidissimi imprenditori nazionali e internazionali».

Lei crede che questo aumenterà l’afflusso turistico verso la Capitale?
«Secondo i nostri calcoli l’afflusso dovrebbe addirittura moltiplicarsi».

Non sottrarrebbe turisti alle attuali destinazioni?
«Guardi, un parco giochi non fa concorrenza ai musei! Piuttosto apre una nuova offerta di mercato che può combinarsi a quella tradizionale».

Che giochi ci sono a... Spqr-land?
«Tutto quello che evoca la storia della Roma classica e imperiale. Dalle terme alle competizioni gladiatorie... Dopotutto sono un copyright romano, no?».

L’accusa più facile: sarà una romanità di cartapesta, non filologica.
«Me la fanno gia, se è per questo».

E lei?
«Non me ne importa nulla. Eurodisney porta turisti a Parigi e in Francia, diverte, attrae: non è mica fatta per compiacere i professori universitari!».

Dove dovrebbe sorgere?
«Ci sono diverse ipotesi. La migliore è sul waterfront di Ostia, che la mia giunta intende valorizzare. Non gli manca nulla per essere una nuova Rimini. E l’Eur, anche grazie alla Nuvola di Fuksas, diventerà una attrazione turistica e architettonica mondiale».

Intanto la giunta è criticata delle opposizioni per gli stupri in città.
«Mi pare una cosa inverosimile. Anzi, di più: un patetico tentativo di rialzare la testa dopo la sconfitta elettorale».

Anche lei ha criticato molto la giunta precedente per la sicurezza.
«Sì, ma l’ultimo stupro è avvenuto dentro una festa non organizzata da noi, solo patrocinata. E sa chi l’ha promossa?».

I suoi predecessori?
«Gli stessi che ora mi criticano, nel 2004 avevano voluto il progetto!».

E lei che farà?
«Aspetto di vedere gli esiti dell’inchiesta, capire la relazione fra la festa e quell’episodio criminoso. Di certo combattiamo la cultura dello sballo di cui anche questo ignobile episodio è figlio».

Respinge le accuse sulla sicurezza?
«Chiudiamo il 2008 con 6mila espulsioni, la chiusura di quaranta campi irregolari, il 20% in meno di reati».

Gli stranieri hanno paura?
«La maggior parte degli espulsi sono persone con precedenti penali».

E quelli senza precedenti che si ritrovano senza casa?
«I nuovi campi di accoglienza che stiamo costruendo non saranno montagne di rifiuti, ma luoghi dignitosi con condizioni sociali e sanitarie sostenibili».

Questo è il modello Alemanno?
«Più che di modelli parlerei di risultati: militari in strada, niente prostituzione sulle vie consolari, guerra al commercio abusivo e alla microcriminalità. Ma sono il primo a dire: il lavoro non è finito, serve ancora un impegno intenso».

Per ora solo politiche «repressive»...
«Veramente abbiamo varato un piano casa da 30mila alloggi, per mettere fine al paradosso di una città dove mancano case popolari, ma ce n’è 130mila sfitte!».

Lei punta a fare il leader del Pdl?
«Per carità, ho fin troppo da fare con il mio lavoro di sindaco».

An si è estinta?
«Al contrario. Stiamo decidendo come fare il congresso. Ma il partito unico è una svolta epocale che mette insieme per la prima volta il centro e la destra».

Per ora nasce senza nessun voto.
«Servono regole chiare e trasparenti, democrazia.

La fase delle quote dovrà essere brevissima, se non vogliamo fare la fine del Pd».

Quindi non resterà alla finestra?
«No, parteciperò al processo più importante della politica italiana. Stia tranquillo, darò il mio contributo».

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