
L'Italia porta a casa una vittoria su Paesi «sicuri» e rimpatri accelerati, con la soddisfazione del premier Giorgia Meloni che dal viaggio verso gli Usa (dove arriverà oggi) sottolinea «il ruolo decisivo dell'Italia» che «con determinazione e caparbietà» ha saputo far cambiare all'Europa «l'approccio sui flussi migratori» e ha imposto come priorità «la difesa dei confini esterni, il contrasto all'immigrazione irregolare», più rimpatri e più accordi bilaterali.
Gli hotspot in Albania si confermano una soluzione su cui l'Europa punta («Avevamo ragione, siamo sulla buona strada», aggiunge Palazzo Chigi), mentre l'opposizione difende i diritti dei migranti «socialmente pericolosi» rinchiusi nel Cpr di Gjader, protagonisti di un giallo su una presunta rivolta subito smentita da Dap e Viminale.
In mattinata, come anticipato dal Giornale, la Commissione Ue accelera sulla lista dei Paesi considerati «sicuri», come Egitto e Bangladesh (bollati invece come pericolosi dalle toghe più ideologiche, con sentenze fotocopia non calate sul singolo richiedente asilo che hanno vanificato il lavoro del Parlamento) e ipotizza di anticipare il Piano migrazione e asilo - previsto per giugno 2026 - che prevede procedure accelerate di frontiera come negli hotspot di Shengjing e Gjader. Potrebbero essere considerate infondate «a priori» le domande d'asilo di chi arriva da Tunisia, Marocco, India, Kosovo, e Colombia oltre a Egitto e Bangladesh, considerati «sicuri» sebbene con eccezioni territoriali e per determinate categorie, o da Paesi con un tasso di riconoscimento del diritto di asilo a livello Ue inferiore al 20%. L'elenco «potrebbe essere ampliato o rivisto nel tempo», qualora determinati Stati «non dovessero più soddisfare certi criteri», riferisce l'esecutivo europeo. «Ma la valutazione individuale va fatta per ogni domanda di asilo, indipendentemente da dove provenga», ricorda la Ue. Di «vittoria dell'Italia» parla anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
Anche i Paesi candidati all'adesione all'Ue (come Albania, Bosnia e Montenegro del Nord) sono considerati Paesi di origine sicuri, per gli sforzi legati all'adesione alla Ue per «realizzare istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze». Quando il Patto migrazione e asilo entrerà in vigore, forse prima del 2026, si rilancerà anche il Protocollo con Tirana per i migranti maschi, maggiorenni e in buona salute salvati dalle nostre navi militari nel Mediterraneo, proprio nel giorno in cui Frontex certifica il drastico calo degli sbarchi (-62%) nel 2025.
La sinistra non riesce a incassare la sconfitta e punta il dito contro i trattamenti «degradanti e incostituzionali» di cui sarebbero vittime i migranti trasferiti nei giorni scorsi dalla nave Libra nel Cpr di Gjader e condannati anche per violenze, stupri e adescamento di minore. Ne sono rimasti 38, due sono tornati in Italia per motivi di salute, fisica e mentale. Secondo le parlamentari Pd Rachele Scarpa e Ouidad Bakkali che hanno fatto una visita ispettiva, alcuni clandestini destinati all'espulsione avrebbero messo in scena atti di autolesionismo, mentre i rappresentati del Tavolo asilo e immigrazione in missione in Albania contestano anche misure «punitive e ulteriormente afflittive» e scarse comunicazioni con i legali.
In mattinata si era diffusa la notizia che una decina di clandestini erano stati reclusi nel carcere dentro il Cpr dopo una mini rivolta che avrebbero innescato, con vetri rotti e arredi danneggiati, perché costretti con le fascette anche per andare in bagno, tanto che la delegazione Pd si era precipitata a verificare tutto, persino i fascicoli dei migranti reclusi che sono stati richiesti e non ancora consegnati. Viminale e Dap hanno seccamente smentito, restano gli atti di autolesionismo, almeno una ventina. «Si sono tagliati con un vetro», spiega l'europarlamentare Pd Cecilia Strada, anche lei a Gjader. «È solo una grancassa montata ad arte da alcuni giornali locali e ripresa dai vostri media», ci dice una fonte albanese. Non è vero che il carcere è stato aperto, conferma ufficiosamente un'altra fonte vicina al Dap: «Nessuno è detenuto in custodia».
In serata lo ammettono anche le due deputate: «Ma il nostro potere ispettivo su questa costosissima propaganda non è stato arispettato», insistono. «I migranti volevano solo impietosire le parlamentari», conferma la fonte albanese. A quanto pare ci sono riusciti.
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