Alessia, Francesco e tanti flop

Due medaglie d’argento individuali, qualche altra soddisfazione in successi di gruppo e tante, troppe delusioni. È questo il bilancio degli atleti laziali ai Giochi olimpici di Pechino che si chiudono oggi. Che ha fruttato troppo poco rispetto alle speranze iniziali e ai numeri della pattuglia laziale ai giochi, la seconda più ricca dopo quella lombarda. Anche se il bilancio potrebbe essere migliorato in extremis oggi, nella giornata finale dell’Olimpiade cinese, dalla nazionale di ginnastica ritmica a squadre in corsa per il podio, della quale fanno parte le due Elise de noantri, la velletrana Blanchi e la romana Santoni, già argento ad Atene. Comunque andrà la loro partecipazione va messa nella colonna dell’attivo.
Le medaglie.
Partiamo dalle soddisfazioni. La più grossa è arrivata da Alessia Filippi. La nuotatrice di Tor Bella Monaca ha portato a casa uno splendido argento negli 800 stile libero, un quinto posto condito di rimpianti nei 400 misti e un buon contributo nella 4x200 stile libero giunta quarta ma con il primato europeo. Altro secondo posto quello di Francesco D’Aniello da Nettuno del tiro a volo specialità double trap, festeggiato con una telefonata di complimenti dall’illustre concittadino Bruno Conti. E c’è anche un po’ di Frascati nel bronzo vinto dal fioretto a squadre femminile nella scherma. Nella vittoriosa finale per il terzo posto contro l’Ungheria è stata la ventinovenne Ilaria Salvatori a sostituire Giovanna Trillini e a portare a segno sette stoccate contro solo due subite. Ultima medaglia, l’argento conquistato da Simone Venier di Terracina nel 4 di coppia, unico armo a dare lustro al canottaggio italiano.
Le delusioni.
La prima e la più grande porta il nome di Andrew Howe. L’americano di Rieti, vicecampione del mondo l’anno scorso a Osaka, non è riuscito nemmeno a qualificarsi per una finale svoltasi poi su lunghezze piuttosto modeste, fermandosi a 7,81. Resta qualche alibi (i tanti infortuni di questa stagione maledetta) ma soprattutto l’impressione di un’occasione persa. Sperava in qualcosa in più anche il portoghese de Roma Bruno Mascarenhas, che a bordo del quattro senza pesi leggeri (con Amarante, Amitrano e Vlcek) era accreditato di un possibile podio, ma è rimasto fuori dalla finale A, dovendosi accontentare di un primo posto nella finalina di consolazione. Nel judo il romano Roberto Meloni era la grande speranza italiana nella categoria fino a 90 kg: è stato eliminato al secondo combattimento dal francese Dafreville ed è finito fuori anche dai ripescaggi per il bronzo a opera del brasiliano Santos. Male anche la pentathleta romana Claudia Corsini, outsider in partenza, solo dodicesima nella classifica finale. Così come gli altri colleghi romani Andrea Valentini, 17° nel maschile, e Sara Bertoli, addirittura 32ª nel femminile. Un po’ di rammarico anche per il tiratore romano Daniele Di Spigno: nel double trap era lui l’italiano di punta, ma è rimasto fuori dalla finale a sei, classificandosi al 10° posto. E per fortuna che ci ha pensato D’Aniello a tenere alto l’onore del Lazio. Infine la vela: puntavano al podio l’ostiense Gabrio Zandonà e la romana Giulia Conti nei due equipaggi del 470. Lui, in coppia con Andrea Trani, è finito sesto. Lei, spalla a spalla con Giovanna Micol, appena meglio: quinta.
Gli altri.
Nell’atletica sono stati poco più di comparse gli altri laziali. Il triplista pontino Fabrizio Donato con 16,70 è rimasto fuori dalla finale. Il marciatore romano Marco De Luca è arrivato 19° nella trionfale 50 km di Schwazer, mentre nella 20 km il collega romano Giorgio Rubino è giunto 18° mentre l’altro capitolino Jean Jacques Nkoukoulidi è finito addirittura 37°. La velocista romana Giulia Arcioni, infine, è rimasta coinvolta nel pasticcio della 4x100 squalificata. Nel nuoto, oltre all’exploit della Filippi, risultati in chiaroscuro: la romana Flavia Zoccari è stata un po’ il punto debole della 4x200 stile libero che ha perso per un soffio il bronzo, mentre Erika Ferraioli nella 4x100 stile libero non ha nemmeno raggiunto la finale. Disdetta per Damiano Lestingi di Civitavecchia, che con l’11° tempo è rimasto escluso dalla finale dei 200 dorso, mentre la «sudafricana» di Roma Romina Armellini ha fatto un’apparizione sfortunata nei 100 dorso e nella 4x100 mista. La vera disdetta è però per il fondo: nei 10 km Valerio Cleri di Palestrina è rimasto ai piedi del podio con il quarto posto. Nel tennis Mara Santangelo si è scontrata contro il tabù-Safina sia nel primo turno del singolare sia nel primo turno del doppio con la Vinci. Nel badminton la romana Agnese Allegrini era felice anche solo di essere lì ed è finita subito fuori a opera dell’ucraina Gryga. Nel canottaggio sfortunata Gabriella Bascelli, quarta nella semifinale del singolo e seconda nella finale B. Più o meno lo stesso destino di Alessio Sartori da Terracina, bacheca ricca di successi ma mai in corsa per una medaglia in un’edizione assai opaca del glorioso quattro senza, quinto nella finale B. Comparsata per il romano Riccardo Lione nel beach volley maschile: in coppia con Luigi Amore, ha perso 2-0 tutti e tre i suoi incontri. Nella boxe il romano Alessio Di Savino è stato il primo a perdersi dell’agguerrito drappello di italiani, eliminato al primo incontro dallo statunitense Williams. Sesto nel trap il tiratore di Priverno Erminio Frasca, mentre lontanissimo dai primi posti il collega di Tivoli Mauro Badaracchi (40° nella pistola 10 metri). Nutrito ma senza troppe ambizioni il drappello romano dei tuffi rappresentato essenzialmente di tre fratelli Marconi, tutti impegnati nel trampolino da 3 metri: il migliore è stato Nicola (14°), poi Maria Elisabetta (17°) e Tommaso (28°). E Francesco Dell’Uomo da Colleferro, con il 25° posto, ha deluso nella piattaforma 10 metri. Infine i cavalieri: la romana Vittoria Panizzon è risultata sedicesima nel completo individuale e sesta in quello a squadre dove c’era l’altro romano Stefano Brecciaroli, che da parte sua è arrivato 40° nel completo individuale.
Gli sport di squadra.
Sono andati male e con loro i laziali. La sola nazionale arrivata in zona medaglia, quella di pallavolo maschile, non aveva nemmeno un laziale. In quella di pallavolo femminile suicidatasi ai quarti, c’era invece la romana Paola Croce. Delusione anche per la pallanuoto femminile, uscita ai rigori contro quell’Olanda che, a sorpresa, avrebbe poi vinto il torneo: affondate le romane Tania Di Mario e Martina Miceli, così come il civitavecchiese Alessandro Calcaterra nella disastrosa spedizione maschile.

Infine il calcio: con i romani Lorenzo De Silvestri, Antonio Candreva e Andrea Russotto coinvolti nella débâcle contro il Belgio ai quarti, anche se nessuno era in campo. E a rendere più negativo il torneo di calcio, anche il grave infortunio al veneziano di nascita ma laziale di maglia Tommaso Rocchi.

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