Alitalia, Lunardi precetta i ribelli del Sult

Il Consiglio dei ministri, nonostante le sollecitazioni di Maroni, evita di parlare di trasporto aereo

da Milano

È stato inutile il sit-in degli assistenti di volo dell’Alitalia aderenti al Sult e all’Avia davanti a Palazzo Chigi: per il semplice fatto che il Consiglio dei ministri l’argomento non l’ha trattato, né ufficialmente (e questo lo si sapeva, perché non era inserito nell’ordine del giorno), né ufficiosamente, come invece aveva annunciato il ministro del Lavoro Roberto Maroni: «Affronteremo “fuori-sacco” la questione dell’Alitalia e del Sult, alla fine della riunione». Questi si era anche spinto ad anticipare: «Esporrò alcune mie valutazioni circa le vicende delle ultime settimane che hanno coinvolto la compagnia». Ma il venerdì pomeriggio i ministri hanno sempre fretta di prendere l’aereo, di aerei non si è parlato e le intenzioni di Maroni sono rimaste deluse. Il ministro ha recentemente criticato la decisione della compagnia di non ammettere più al tavolo delle trattative il Sult, non avendo questo sottoscritto gli accordi contrattuali.
E proprio il Sult è stato oggetto della vera notizia di ieri: il ministro dei Trasporti ha fatto scattare il provvedimento di precettazione contro lo sciopero proclamato per il 6 e il 7 settembre, disponendo il differimento di tutte le agitazioni previste quei giorni in ogni settore del trasporto. Per tutta risposta il Sult, il sindacato autonomo degli assistenti di volo, ha confermato l’astensione. Il braccio di ferro è durissimo, il clima rovente.
Cosa dice Lunardi? «Scioperi di questo tipo sono inopportuni in un momento così delicato per Alitalia», ha commentato. «La precettazione era inevitabile e urgente per evitare un pregiudizio grave e irreparabile al diritto di libera circolazione costituzionalmente garantito. Abbiamo dovuto tener conto infatti dei gravissimi disagi che avrebbero subito i viaggiatori, per 48 ore, nei vari settori dei trasporti, come del resto è stato più volte evidenziato dalla Commissione di garanzia, che si è espressa chiaramente in proposito».
E che cosa ribatte, dalle sue barricate, il Sult? «Le nostre organizzazioni sindacali rispondono con una mobilitazione che necessariamente dovrà essere lunga e duratura» scrive in una lettera indirizzata al ministro Lunardi e, per conoscenza, al presidente del Consiglio. Il Sult biasima il «grave atto del governo» che «ha deciso di procedere con un atto autoritario nei confronti dei lavoratori e del sindacato, senza prendere alcun provvedimento contro l’Alitalia, che è il soggetto che ha determinato l’attuale fase di grave conflitto». E conferma le 48 ore di sciopero nel traspoprto aereo, mentre le sospensioni dal lavoro negli altri settori di terra e di mare saranno riprogrammate. Per i prossimi giorni sono annunciate «assemblee, manifestazioni e azioni di protesta» in tutto il Paese.
Come si ricorderà, la settimana scorsa il Sult aveva deciso di spostare al 6 e 7 settembre l’astensione precedentemente indetta per la fine di agosto, in periodo di franchigia; ma anche le nuove date erano state cassate dalla commissione di garanzia.


Mentre Alitalia vive una fase di incertezza tra le tensioni sindacali, le incognite di una revisione al piano industriale e l’attesa dell’aumento di capitale, il suo principale alleato, Air France-Klm, ha diffuso ieri i dati del primo trimestre dell’esercizio che ha segnato un balzo degli utili del 26% a 110 milioni di euro grazie alla crescita delle tariffe e del traffico; il gruppo ha anche rivisto al rialzo le attese per l’intero esercizio.

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