All’Oberdan omaggio al «mito» Carl Dreyer

Cura accurata per i particolari, cruda fotografia in bianco e nero e lunghissime riprese. Questo lo stile che contraddistingue i film sonori del regista danese Carl Theodor Dreyer a cui la Fondazione Cineteca Italiana, in collaborazione con Lab80 Film, dedica un omaggio con una rosa di sei film (da stasera al 2 agosto), di cui due mai proiettati prima allo Spazio Oberdan: Gertrud (11/07 ore 21.30, 17/07 ore 19, 1/08 ore 17), ultimo lungometraggio e testamento artistico del grande regista, caratterizzato da un attento approfondimento psicologico dei personaggi e da una eleganza nella messinscena, e Michaël, rarissima opera muta del 1924 (16/07 ore 21.30, con accompagnamento al pianoforte dal vivo di Antonio Zambrini). In programmazione stasera Ordet - La parola (ore 19, 18/07 ore 16.45, 25/07 ore 19), Leone d'Oro a Venezia 1955, tratto dall'omonima opera teatrale di Kaj Munk. Nel film, capolavoro assoluto, Dreyer tratta con delicatezza e sensibilità il tema del rapporto dell'uomo con Dio, dando voce al protagonista, un folle che crede di essere Gesù Cristo e che possiede una fede tale da resuscitare i morti. Nato nel 1889 a Copenaghen, Dreyer intraprese la professione di giornalista prima di avvicinarsi al mondo del cinema come sceneggiatore. L'esordio alla regia, nel 1919 con Presidenten, non ottenne il successo sperato. Più fortunati i film successivi che portarono fama e l'incarico da parte della Société Genérale des Films di girare La passione di Giovanna d'Arco (22/07 ore 21.30, accompagnamento al pianoforte dal vivo di Francesca Badalini), una delle pietre miliari del cinema dal punto di vista tecnico ma anche nei contenuti, per aver saputo mettere a nudo il rapporto di Giovanna D'Arco con la trascendenza. Al centro del racconto (il film uscì nelle sale nel 1928) l'autore mette il processo, basandosi per la ricostruzione sugli atti stessi privilegiando i piani ravvicinati ai campi lunghi. Ancora grande fascinazione e forza espressiva con Vampyr (30/07 ore 21.30, 2/08 ore 19.

15), suo primo film sonoro, horror visionario ricco di invenzioni visive, ma anche con Dies Irae (11/07 ore 17, 19/07 ore 19) che, girato in Danimarca negli anni dell'occupazione nazista, riprende alcuni dei temi più sentiti dal regista: l'intolleranza dell'essere umano verso i suoi simili.

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