La lite sul ballatoio, il crollo. Due vittime e il caos sfollati a Scampia

Due morti e 13 feriti, tra cui 7 bambini. "Una tragedia annunciata". Corridoi sgretolati. E i senza casa occupano la facoltà di Medicina

La lite sul ballatoio, il crollo. Due vittime e il caos sfollati a Scampia
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Roberto, 29 anni, e Margherita, 35 anni, sono rimasti sotto le macerie, nel crollo del ballatoio di Scampia di lunedì sera, Vela celeste. Vittime di cosa? Di degrado, di incuria, di un'architettura che fagocita, che imbruttisce. Ma quel cemento armato, che si è sgretolato come un domino di lego, era casa, nonostante tutto.

Nel crollo dei corridoi di collegamento, in mezzo ai palazzoni simbolo della Napoli più complicata, sono rimaste ferite altre 12 persone (due in rianimazione), fra cui 7 bambini - tutti in codice rosso - ricoverati all'ospedale Santobono. Poteva andare molto peggio.

Cosa è successo? Il cedimento del ballatoio del terzo piano ha coinvolto nella caduta anche i ballatoi del secondo e del primo piano. Secondo alcuni testimoni, il crollo sarebbe avvenuto mentre era in corso un litigio, per futili motivi, tra due famiglie. Non si esclude, ma al momento si tratta solo di un'ipotesi, che il peso del gruppo di persone possa avere contribuito al crollo della struttura già fatiscente. E questo la dice lunga sullo stato della Vela. La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di omicidio colposo e disastro colposo. Ma prima di accertare le colpe vanno capite le cause. E bisogna fare di tutto perché non ricapiti in altre aree.

Molti appartamenti sono inagibili: sono state evacuate 800 persone, fra cui 300 minori. Ma ieri sera, dopo le verifiche, sono tornati a casa 300 inquilini.

Non sono mancate le polemiche in coda al disastro annunciato. Un gruppo di famiglie sgomberate (in tutto un centinaio di persone) si è rifiutata di restare sotto il tendone allestito dalla Protezione Civile. Troppo caldo. Troppo disagio. E allora ha occupato l'Università Federico II di Napoli, facoltà di medicina. «Chiediamo soluzioni veloci dopo questo momento di emergenza e decisioni strutturali per l'annoso problema dei residenti delle Vele. Non possiamo stare per strada. Tra di noi ci sono donne, bambini e invalidi. E per ora stiamo bene dove stiamo» dice un portavoce del comitato. Il prefetto Michele Di Bari ha convocato una riunione in Prefettura a Napoli per coordinare la macchina dei soccorsi. Dopo aver attivato il Centro coordinamento soccorsi, è stato fatto il punto della situazione per gestire gli interventi di messa in sicurezza della zona e di assistenza alle persone rimaste senza casa. Presente anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, con il quale di Bari è stato impegnato in un sopralluogo sul posto: «Siamo profondamente addolorati per la tragedia. I nostri servizi sociali stanno fornendo assistenza ai residenti e i tecnici stanno completando i rilievi di sicurezza. Ora è il momento del dolore per chi è rimasto vittima e della speranza per chi è rimasto ferito a cominciare dai bambini, ma proprio per loro voglio anche subito ribadire che il nostro progetto di riqualificazione delle Vele non si ferma e l'impegno per Scampia sarà ancora più forte di prima». Prima mossa, oltre alla messa in sicurezza: il servizio di anti sciacallaggio per proteggere gli appartamenti sgomberati. Dopo di che proseguirà la riqualificazione: la Vela Celeste è infatti l'unica che non verrà abbattuta, è quella delegata a rappresentare la rinascita del quartiere. Sarà ristrutturata con 18 milioni di euro del Piano Periferie. E poi ci sono i fondi europei e quelli del Pnrr. Il progetto, ora ovviamente da correggere e accelerare, prevede il rifacimento degli spazi comuni, del piano dei garage e dei porticati, dei collegamenti verticali e delle coperture.

Di «tragedia annunciata» parla Angelo Pisani, ex presidente della Municipalità: «Ancora vittima di omissioni e ritardi, mentre i politici fanno solo passerelle e i camorristi navigano nell'oro. Quest'ennesima tragedia ha dei responsabili con nomi e cognomi che devono essere puniti».

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