Dopo la "profonda recessione" del 2012, l'Italia vedrà una "ripresa tiepida" nel 2013-2014 a causa di "incertezza e condizioni creditizie difficili". Secondo le previsioni dell'Ue, l’attività economica riprenderà nella seconda metà del 2013 ma a un "ritmo molto contenuto". Gli economisti di Bruxelles sottolineano, tuttavia, che l’Italia raggiungerà una posizione "vicino al pareggio" strutturale nel 2013, ma a politiche invariate devierà già nel 2014: l’avanzo primario supererà il 5% nel 2013 e si stabilizzerà al 3,7% nel 2014.
La situazione è tutt'altro che rosea. La Commissione europea ha, infatti, rivisto al ribasso la previsione di crescita del prodotto interno lordo dell’Eurozona nel 2012 (-0,4% contro lo -0,3% di maggio) e ha lasciato, al tempo stesso, invariata la stima per il 2013 (+0,1%). Più forte il ribasso per le previsioni della Ue a 27 che passa a -0,3% nel 2012 e +0,4% nel 2013 contro il +1,3% previsto a primavera. "L'Unione europea e la zona dell’euro stanno navigando in acque agitate - ha commentato il commissario Ue Olli Rehn - importanti decisioni politiche hanno posto le basi per rafforzare la fiducia". Sebbene gli stress dei mercati siano stati ridotti , Rehm è convinto che non c’è spazio per compiacersi: "L’Europa deve combinare sane politiche di bilancio con riforme strutturali per creare crescita e posti di lavoro".
Sulla stessa scia anche le previsioni sulla crescita dell’Italia. "Quest’anno il pil si contrarrà del 2,3% - si legge nel documento di Bruxelles - nel 2013 dello 0,5% e ritornerà in territorio positivo con +0,8% solo nel 2014, assumendo che le politiche restino invariate". Peggiorano nettamente le previsioni sul nostro debito che quest’anno schizza al 126,5%. Nel 2013 aumenterà ancora al 127,6%, mentre ricomincerà a scendere lentamente nel 2014. Ma a preoccupare più di tutto è il dato sul mercato del lavoro.
I tecnici si Bruxelles hanno, infatti, previsto che, dopo aver raggiunto il 10,6% quest’anno, il tasso di disoccupazione in Italia continuerà a salire raggiungendo picchi record dell’11,5% nel 2013 e dell’11,8% nel 2014. Secondo l’Ue, il trend è dovuto al maggior numero di persone in cerca di lavoro per la crisi economica e agli effetti della riforma del sistema previdenziale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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