Alleanza nazionale riparte dal territorio per vincere nel 2006

Giovanni Ierfone

All’indomani dell’Assemblea nazionale, la macchina di An si rimette in marcia partendo da Poli, forte dell’unità raggiunta e delle conclusioni racchiuse nel documento unitario elaborato da Fini e i suoi.
Una scelta non casuale quella di ripartire con il viceministro alle Infrastrutture e sindaco di Colleferro Silvano Moffa. La riunione organizzata dal circolo An di Poli, con la partecipazione dei circoli di Rignano Flaminio, Gallicano nel Lazio, Cerreto laziale, Casape, S. Gregorio da Sassola, Palestrina, Castel Madama, Gerano e Rocca S. Stefano, è servita a fare il «riassunto delle puntate precedenti» e a identificare un obiettivo e una strategia comuni in vista delle politiche. Federico Mariani, vicesindaco del Comune di Poli, e grande animatore del locale circolo di An, spiega: «Lo scopo di quest’incontro è dettato da due ragioni. La prima nasce dal fatto che Moffa rappresenta un punto di riferimento forte per i nostri circoli, perché profondo conoscitore delle problematiche di questo territorio. Ma soprattutto perché, in questa fase delicata per il partito, il viceministro si è sempre contraddistinto per il suo essere sopra le parti, incarnando così in modo diretto quanto dichiarato da Fini nella relazione conclusiva all’Assemblea nazionale».
E Moffa non ha deluso le attese. «Sono convinto - ha esordito l’ex presidente della Provincia - che l’errore fondamentale An lo abbia compiuto al congresso di Bologna. Era quella l’occasione in cui, freschi di nomina governativa, avremmo dovuto improntare un congresso non rivolto al nostro interno, che apparisse quasi un’esaltazione del modulo correntizio, ma un’assemblea aperta agli italiani, all’associazionismo, alla forza attiva del Paese. In quella circostanza avremmo dovuto interrogarci sui problemi di una società che nel frattempo era cambiata e lanciare un messaggio di rinnovamento sostanziale. Allora, non ho aderito a nessuna corrente, e per questo forse ho pagato, ma ero e sono convinto che occorra rilanciare un progetto, un’idea».
Un accenno critico alla logica delle correnti ribadita anche da Cesare Lucci, presidente del circolo An di Poli che, nel suo discorso di apertura alla riunione, aveva contestato il «parlarsi addosso dei dirigenti». «Il partito dove sta andando?», ha chiesto polemicamente al viceministro, stigmatizzando «la latitanza totale della federazione provinciale nei confronti della base».
Errori di prospettiva certo. «La tripartizione del partito voluta da Fini è stata uno sbaglio - ha confermato Moffa - Ma ora dobbiamo tornare di nuovo in campo, dobbiamo parlare di più alla gente. Pecchiamo di scarsa comunicazione. Quanti sanno, per esempio, che stiamo realizzando la Messina-Palermo, un’arteria viaria essenziale per la Sicilia, che aspettava di essere realizzata da 57 anni? O che i cantieri Mose a Venezia erano fermi da più di 30 anni e che, nel suo complesso, la “Legge obiettivo” ha determinato un incremento del Pil pari all’1,6 per cento?».
In conclusione la strategia di Moffa si articola in poche mosse.

Organizzazione interna («regole certe per tutti»), ricreazione di un comune senso del partito e della politica di centrodestra, capacità di riorganizzarsi sul territorio, recupero della forza di aggregazione di An, abbandono dello «sconfittismo che serpeggia» e, soprattutto, «abilità nell’elaborazione politica», che comporta meno egoismi e più voglia di confronto e dialogo per tornare a vincere nel 2006.

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