Che Giorgia Meloni fosse intenzionata a lasciare la presidenza di Ecr non è un mistero. Come pure non è un segreto che in pole position per la successione ci fosse Mateusz Morawiecki. Anzi, neanche due mesi fa, in un'intervista al Giornale l'ex premier polacco si era detto «pronto al passaggio di consegne» e «a guidare i Conservatori». Cosa che dovrebbe avvenire in tempi brevi, quasi certamente a metà del mese prossimo, così da consentire a Morawiecki di essere nella delegazione Ecr che dovrebbe partecipare all'inauguration day di Donald Trump in programma il 20 gennaio a Washington (il Pis è alla ricerca di una sponda forte con la nuova amministrazione Usa, anche da utilizzare in chiave interna per contrastare Donald Tusk).
Il tutto, ovviamente, rispettando il timing previsto dallo Statuto di Ecr, secondo cui devono trascorre 15 giorni tra la convocazione del Council conservatore e l'elezione del nuovo presidente del partito. Un lasso di tempo in cui chiunque può presentare la sua candidatura. Poi, certo, i numeri e la politica dicono chiaramente che se le due componenti più pesanti di Ecr - Fratelli d'Italia e i polacchi di Pis - sono d'accordo, la partita è sostanzialmente già chiusa. Ovviamente con degli accorgimenti nella nomina dei vicepresidenti e degli altri ruoli apicali, così da non scontentare i partiti più piccoli (numericamente meno importanti, ma decisivi per poter costituire il gruppo al Parlamento Ue).
Di fatto, il passaggio di consegne avverrà domenica, nella giornata conclusiva di Atreju. Alle dieci di mattina, infatti, Morawiecki sarà l'unico esponente non italiano di Ecr a partecipare (e chiudere) la sessione dedicata proprio ai Conservatori. Prima di lui interverranno Antonella Sberna, Carlo Fidanza e Nicola Procaccini, rispettivamente vicepresidente del Parlamento Ue, capo delegazione di Fdi in Europa e co-presidente del gruppo parlamentare di Ecr. Poi, alle 12.15, toccherà a Meloni tirare le somme della kermesse del Circo Massimo. E sarà quella l'occasione in cui salutare Morawiecki con una sorta di endorsement di fatto. E dalla prossima settimana dovrebbero aprirsi le procedure formali per arrivare al voto del nuovo presidente.
Un passaggio di consegne che Meloni aveva in testa da tempo. La presidenza Ecr - che ricopre dal 2020, prima italiana a guidare un partito europeo - è stata infatti fondamentale nel suo percorso di legittimazione internazionale, ma ha ormai esaurito la sua funzione, tanto che due giorni fa Politico Europe - summa della bolla brussellese - ha messo la premier al primo posto della classifica delle personalità europee più influenti.
Intanto, proprio in questi giorni sono in corso gli Study days Ecr a Varsavia. Questa mattina interverrà Morawiecki. Mentre ieri hanno preso parte ai panel su agricoltura e migranti sia Fidanza che Procaccini. Il primo ha ribadito il «no» all'accordo Ue-Mercosur (perché «troppo sbilanciato a sfavore degli agricoltori europei») e a una transizione green «basata solo sull'elettrico». Il secondo ha rivendicato «la politica italiana sull'immigrazione» basata «sull'esternalizzare il tema migranti» con centri di accoglienza fuori dai confini Ue e collaborazione con le nazioni di origine.
Ma gli appuntamenti Ecr
continueranno anche con l'anno nuovo, con i Culture weekend animati ormai da qualche anno dal deputato Fdi Antonio Giordano, che di Ecr party è segretario generale. Il prossimo incontro sarà a Praga a marzo, poi toccherà a Londra.
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