Caso Khelif, Cio in tackle: "È una donna, no alla caccia alle streghe"

Proseguono senza sosta le polemiche a Parigi 2024. Il portavoce della federazione smonta le accuse, ma l'IBA rilancia: "Mi vergogno di questo trattamento riservato ai nostri pugili"

Caso Khelif, Cio in tackle: "È una donna, no alla caccia alle streghe"
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Il caso Imane Khelif tiene banco a Parigi 2024. Il giorno dopo il match terminato dopo pochi secondi contro la pugile italiana Angela Carini proseguono le polemiche, passando dai social network alla sfera politica. La vicenda rientra all'interno di una guerra tra federazioni di pugilato e il Cio, protagonista a questi giochi olimpici, non ha intenzione di fare passi indietro: l'atleta intersex algerina può combattere contro le donne.

“Per noi è importante sapere che questa donna pugile ha gareggiato per anni contro diverse avversarie. Negli ultimi tre anni ha lottato contro tre pugili italiane. Se iniziamo a basare il nostro giudizio contro questi sospetti allora dovremmo tornare al sistema basato sui test sui genitali”, le parole del portavoce Mark Adams. Imane Khefil è dunque idonea: "L'ammissibilità è decisa sulla base del passaporto, del documento nazionale e lì compare che è una donna, è una pugile algerina nata donna, registrata come donna, che ha vissuto come donna. Non è una transgender". E ancora, la conferma è arrivata nei test fatti in precedenza: "Ma non possiamo fare dei test dall'oggi al domani. Se seguissimo tutte le accuse ci troveremmo di fronte a una caccia alle streghe inutile”.

Secondo i parametri del Cio Imane Khelif può lottare contro le donne, ma non è stato dello stesso avviso l'Iba, che decise di escludere l'algerina agli ultimi Mondiali di pugilato "per il mancato rispetto dei criteri di ammissibilità alla partecipazione alla competizione femminile": la 25enne era stata sospesa perchè, in base a documentazione in loro possesso, avrebbe cromosomi 'XY', quindi maschili. Come precisato nei giorni scorsi, la federazione ha ribadito che"le atlete non sono state sottoposte a un esame del testosterone, ma sono stati sottoposti a un test separato e riconosciuto, nel quale non soddisfacevano i criteri di ammissibilità necessari richiesti".

Versione che ha sollevato seri dubbi sull'equità e sulla sicurezza dei match con protagonista la Khelif, a partire dal confronto con la nostra Carini. A rincarare la dose ci ha pensato il patron dell'Iba, Umar Kremlev: "L'italiana Angela Carini ha abbandonato il ring perchè la sua avversaria, che non ha superato il test di verifica del sesso, l'ha semplicemente picchiata. Mi vergogno di questo trattamento riservato ai nostri pugili. Ragazze, sappiate che l'Iba vi sostiene! Per noi siete vincitori".

Parametri e test diversi, una questione che farà discutere ancora a lungo.

Oggi, inoltre, il premier Giorgia Meloni - schieratasi subito al fianco della Carini - ha incontrato a Parigi il Presidente del Cio Thomas Bach e nel corso del faccia a faccia, è stato affrontato anche il caso dell'atleta Imane Khelif e il tema delle regole per garantire equità nelle gare sportive: "Il Presidente Meloni e il numero uno del CIO Bach hanno concordato che Governo e Comitato Olimpico Internazionale rimarranno in contatto per valutare come affrontare la questione per il futuro", riporta Palazzo Chigi.

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