"Non avevo nessuna paura. Le mie lacrime di rabbia"

La pugile azzurra: "Il mio babbo mi diceva di lottare. Tutte le polemiche non mi hanno condizionato"

"Non avevo nessuna paura. Le mie lacrime di rabbia"
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Angela, come stai?

«Abbastanza bene, tranquilla».

Angela Carini risponde alle domande con calma, grande saggezza, umiltà e caparbietà. Ha perso l'oro olimpico perché si è trovata davanti, sul ring, una atleta sulla cui reale situazione sessuale ci sono molti dubbi. Testosterone altissimo, sopra tutti i limiti, Dna maschile. Oggi è il giorno della delusione.

Angela, per quattro anni hai aspettato questo momento. La finale a Parigi. Ed è finita in questo modo. Come li hai vissuti quei momenti?

«Sono quattro anni che ci penso. Dopo le Olimpiadi di Tokyo e dopo la morte di mio padre ho impegnato tutta me stessa su questo obiettivo. Mi sono concentrata con tutte le mie forze: volevo prima conquistare la qualificazioni alle Olimpiadi e poi battermi per la medaglia d'oro. Ci credevo».

E invece è arrivata questa bufera...

«Si, mi ci sono trovata in mezzo».

E che giudizio dai?

«Io non sono nessuno per giudicare. Io lascio il giudizio a chi è esperto...».

Dimmi una cosa: abbiamo visto tutte le immagini. Ti abbiamo sentita mentre dicevi: Mi ha fatto male. Il colpo era troppo forte.... Tu hai sentito la differenza con gli altri pugni presi?

«Si, io i pugni li conosco bene. Ho combattuto da quando ero piccola. È il mio lavoro. Sono sul ring da quando avevo 12 anni, ho scambiato i pugni anche con ragazzi. Stasera ho preso due colpi al viso e al naso. Sono andata all'angolo, ho detto al maestro: Non riesco più a respirare, mi ha fatto troppo male...».

Però non mi hai risposto: hai sentito la differenza tra quei due pugni e gli altri presi in passato?

«Ho preso un colpo fortissimo. Non avevo mai preso un colpo così».

Da giorni se ne parla di questo match. Non è che le polemiche ti hanno condizionato, che hai avuto paura?

«No, assolutamente no. Non avevo nessuna paura. La paura non fa parte del mio atteggiamento sportivo. Avete visto le immagini prima dell'incontro: il mio sorriso, la mia voglia di salire sul ring. Io sono una lottatrice, una guerriera. Io quando combatto voglio far vedere che sono Angela...».

Te lo ha insegnato tuo padre?

«Si, mi diceva sempre così: lottare, lottare, lottare E io sono salita in pedana pensando a mio padre...».

Ma anche pensando alla tua avversaria?

«Si, con pieno rispetto per la mia avversaria. Ho sempre rispetto per le avversarie».

Tu la conoscevi questa avversaria?

«Sì, la conosco da tanti anni. Poi si è saputo di questa situazione. Quando fu esclusa dal mondiale. Partecipavo anch'io a quel mondiale... però non avevo mai avuto modo di combattere con lei».

Ma tu avevi pregiudizi nei suoi confronti?

«Assolutamente no».

Dimmi la verità: pensi che sia stato giusto farla combattere contro di te?

«Non rispondo a questa domanda».

Perché?

«Perché non sono nessuno per giudicare. Io combatto, do i pugni e li prendo. Altri fanno le regole. Il giudizio spetta agli altri. Io sono salita sul ring e ho fatto il mio dovere».

Perché ti sei ritirata?

«Mi conosco, sono un pugile esperto e ho pensato: se non esco finisce male. Devo salvaguardare me stessa».

C'era la tua famiglia a tifare per te?

«Sì, e non volevo farmi vedere in condizioni troppo di sofferenza...».

Cosa hai pensato?

«Ho pensato: fregatene di tutto, ragiona con la tua testa e continua ad essere te stessa».

Il Presidente del Senato ha detto: Ti aspettiamo in Senato. Giorgia Meloni ti ha voluta incontrare . Ti ha fatto piacere?

«Per me sono brividi. Mi sono sentita molto sostenuta dalla mia nazione. Brividi ed emozione».

Quando sei salita sul ring cosa hai pensato?

«C'era mio fratello giù dal ring. L'ho guardato e mi sono sentita una leonessa. Sono salita sicura di me. Io combatto col sangue agli occhi».

Sei stata sfortunata?

«Quando arrivi a una competizione così importante non esiste fortuna. Siamo tutte forti, tutte competitive».

Cosa ti rimane dentro di questa Olimpiade?

«Quando mi sono inginocchiata era per ringraziare mio padre. Gli ho detto sottovoce: Babbo, scusami, ma stavolta angiolina non ce l'ha fatta...».

Hai un legame molto forte con tuo padre.

«Lui è la mia vita. Era tutto per me. Ci ho messo tanto tempo per accettare la morte di mio padre».

Hai pianto, quando eri lì in ginocchio?

«Si. Ho pianto di rabbia».

Contro di chi?

«Contro di me. Poi ho incontrato lo sguardo di mio fratello e mi è passata. Io devo moltissimo a mio fratello».

Sarà l'ultima olimpiade?

«No. Non so. Non è detto».

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