Trans bandite dalle gare di nuoto femminili: la svolta in Inghilterra

L’annuncio di Swim England per favorire la “correttezza della competizione”: le non binarie o trans entreranno a fare parte della nuova categoria “aperta”

Trans bandite dalle gare di nuoto femminili: la svolta in Inghilterra

Svolta nel nuoto inglese: le trans sono state bandite dalle gare femminili, per loro verrà introdotta una categoria “aperta”. L’annuncio è arrivato lunedì da Swim England, organo di governo nazionale per lo acquatico in Inghilterra: le politiche sulle atlete transgender e non binarie sono state aggiornate per garantire “la correttezza della competizione”. In altre parole, le nuotatrici donne torneranno a gareggiare tra di loro, mentre le nuotatrici maschi alla nascita, trans o non binarie entreranno a fare parte della competizione aperta.

Trans bandite dalle gare femminili

“È ampiamente riconosciuto che l’equità della competizione deve essere garantita e Swim England ritiene che la nascita di categorie aperte e femminili sia il modo migliore per raggiungere questo obiettivo", si legge nella nota diffusa da Swim England. L'ente governativo ha inoltre rimarcato: "La politica aggiornata garantisce che ci siano opportunità competitive entry-level per le persone transgender nel partecipare alla maggior parte delle nostre discipline all’interno della loro identità di genere". Una svolta significativa, che arriva pochi giorni dopo la decisione di World Athletics di vietare alle donne trans di prendere parte alle competizioni femminili.

In base alle nuove linee guida di Swim England, le nuotatrici trans avranno la possibilità di auto identificarsi in occasione di gare “senza licenza” di basso livello, ma i tempi e i punteggi pubblicati in questi eventi non saranno applicabili alle classifiche di Swim England o considerati idonei come record. L’ente non ha dubbi, le restrizioni messe in campo sono “giustificate” e “proporzionate” per il perseguimento di una concorrenza leale:“L’inclusione e l’equità sono al centro del nostro interesse”.

La nuova politica promossa da Swim England entrerà in vigore a partire dal mese di settembre, ma non mancano le polemiche. Durissima la presa di posizione di Mermaids, nota associazione trans britannica: “La politica di Swim England è deludente. Mentre i bambini trans possono giocare in ambienti non competitivi, la politica nega fondamentalmente alle ragazze trans il diritto di competere come se stesse”. L’ente ha dunque chiesto a Swim England di revocare la sua decisione e di “rendere lo sport uno spazio accogliente e inclusivo per i giovani trans“.

Ma c’è anche chi ha elogiato la svolta dell’organo di governo del nuoto, è il caso dell’ex nuotatrice britannica Sharron Davies, medaglia d’argento nei 400 metri misti alle Olimpiadi di Mosca 1980: “Grazie a Swim England per aver protetto di diritti delle donne e di uno sport equo”.

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