Ambrosini si inchina: "Sono loro i più forti"

"Non si può discutere il primato dell’Inter. Ero sicuro che a Valencia ce l’avrebbero fatta. Gli incidenti? Colpa di Navarro, un irresponsabile"

Ambrosini si inchina: "Sono loro i più forti"

Milanello - Caro Ambrosini, come state voi del Milan?
«La fatica si avverte: i 120 minuti contro il Celtic non sono stati proprio un giochino. Ma la spinta esercitata dalla soddisfazione della qualificazione ai quarti è fondamentale».
Il derby dell’andata scavò un solco tra Inter e Milan: come lo spiega?
«L’Inter affrontò il derby al top della condizione psico-fisica, il Milan giocò mentre era al punto più basso. Non solo. Gli episodi furono tutti favorevoli all’Inter e ci ritrovammo perciò all’intervallo con due gol sotto, rimediati tra l’altro in cinque minuti. Complessivamente, a livello di singola partita, non c’era tutta quella differenza che è poi stata mitigata nel finale».
Sarà ma nel frattempo il Milan è dietro 30 punti l’Inter...
«E nessuno di noi ha voglia di discutere il primato dell’Inter che è meritatissimo e brilla per continuità. Queste qualità hanno fatto la differenza rispetto a noi e al resto della concorrenza. L’Inter è stata, indiscutibilmente, la migliore squadra del campionato».
Ad Appiano Gentile apprezzeranno. Imposero l’abilità nel gioco aereo, si disse...
«Non solo quello. Hanno sfruttato le loro armi, il loro gioco e la condizione al top».
Se l’aspettava l’eliminazione di Valencia?
«Assolutamente no. Come Mancini ero convinto che almeno un gol lo avrebbero fatto agli spagnoli. E non soltanto perché hanno sempre segnato fino a martedì sera. Ma il calcio sa essere a volte traditore. Il grande equilibrio che c’è anche in Champions spesso può essere spostato da un episodio. E questo chiama in causa anche la fortuna».
Era meglio affrontare l’Inter a pancia piena o così?
«Per noi era fondamentale passare, loro possono smaltire la delusione con lo scudetto. La qualificazione avrebbe cambiato poco, per loro».
Non si aspettava l’eliminazione dell’Inter. E gli incidenti?
«Se si analizzano bene i fatti, alla fine c’erano solo due giocatori che stavano battibeccando tra di loro, Burdisso e Marchena. Gli altri erano impegnati a dividerli, stava finendo tutto. È stato quell’irresponsabile di Navarro a scatenare l’inferno».
Col Celtic, c’erano in campo 7 reduci dalla finalissima di Manchester: è una risorsa vera per il Milan o un suo limite?
«Noi della vecchia guardia siamo sinceramente orgogliosi d’aver legato il nostro nome alla storia rossonera di questo ultimo periodo. Ci sentiamo una parte integrante del club e perciò alla fine, riusciamo a tirare fuori il meglio delle nostre energie nei momenti difficili».
Il presidente Berlusconi è convinto che possiate arrivare alla finale...
«L’opportunità esiste, bisognerà coglierla al volo. Senza dimenticare che sono gli episodi a fare la differenza».
Cosa può dare nel prossimo derby Ronaldo?
«L’imprevedibilità dei campioni. Ronie dal nulla può creare un pericolo».


Kakà è diventato il vostro portafortuna: basterà?
«Ha raggiunto gente come Sheva. Credetemi: basta e avanza».
Quale derby le è rimasto tatuato sulla pelle?
«La semifinale di coppa Campioni del 2003: la corsa verso la nostra curva non la dimenticherò mai».

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