Gli amici di Grillo «sparano» sull’inceneritore

(...) d'accordo col progetto di sostituire la discarica con un termovalorizzatore?»), il 77 per cento dei soggetti contattati ha risposto di sì. Anzi, per dirla tutta, il 47 per cento ha affermato di essere molto d'accordo, mentre il 30 tendezialmente d'accordo. Contrari solo 8 intervistati su 100, per quattro motivi: «l'inceneritore produce inquinamento atmosferico (il 4 per cento), arreca più disagio alle persone che vivono vicino, produce inquinamento nel suolo e nelle acque, e provoca danni alla salute delle persone (per tutti gli altri)». Di tutt'altra musica, naturalmente, le ragioni dei pro - termovalorizzatore: il 27 per cento di loro è convinto che il nuovo impianto di Scarpino sarà più efficiente nello smaltimento dei rifiuti. A seguire, le altre motivazioni: «perché si produce energia (22 per cento), perché ci sarà meno inquinamento atmosferico (19) e nel suolo o in acqua (8), o per i minori costi di gestione (7)». Curioso il fatto che solo un genovese su quattro di quelli intervistati dall'Eurisko sapesse dove si trova la discarica di Scarpino. Mentre il 63 per cento dei cittadini contattati, tra il 3 e il 5 luglio, non ha la minima idea di come vengano smaltiti i rifiuti non riciclabili della sua città. Pollice verso dei genovesi anche ai comitati che si oppongono al termovalorizzatore: il 60 per cento ne ignorava persino l'esistenza. Solo 4 su 100 hanno dichiarato di essere simpatizzanti con loro. A proposito. Il sondaggio dell'Eurisko, come era facile immaginare, ha scatenato furibonde polemiche nel partito dei contrari all'inceneritore. Così Andrea Agostini, di Legambiente Liguria, parla di «metodo affidato a un'azienda d'area con domande tendenziose e a senso unico». Mentre Beppe Grillo e Stefano Montanari, esperto di nanopatologie, stanno affilando le armi per domani mattina, allorchè illustreranno i motivi del no in commissione a Tursi. Intanto dicono: «l'inquinamento ambientale è fonte di numerose e sempre crescenti malattie, in particolar modo di quelle del cervello». Con tanto di relazione allegata di Juliette Jowit. Insomma è guerra aperta tra favorevoli e contrari. I primi ieri hanno gonfiato i muscoli, forti del plebiscito popolare. Così Paolo Momigliano, presidente dell'Amiu: «Il sondaggio ci consente di andare avanti sulla strada tracciata. Si ha la sensazione che, al di là del dibattito politico, la percezione dei genovesi verso il termovalorizzatore non sia negativa. Nella seduta di commissione di oggi (ieri per chi legge n.d.r.), è intervenuto tra gli altri il direttore dell'impianto milanese, Carlo Petra, dal quale abbiamo ricevuto la conferma che l'inceneritore funziona, e i problemi con la cittadinanza sono stati risolti». Sullo stesso registro l'assessore della Provincia all'Ambiente Renata Briano: «Il progetto sull'inceneritore è stato votato favorevolmente dall'Ato, l'assemblea che riunisce i sindaci di tutta la Provincia e in modo trasversale rispetto agli schieramenti politici». Insomma per la Briano, «l'impianto di Scarpino sarebbe una soluzione non solo per Genova, ma per tutto il territorio». Ne è convinto anche l'assessore ai Rifiuti del Comune di Genova, Gian Franco Tiezzi. Da lui sono partite le stoccate più velenose all'indirizzo di Beppe Grillo e compagni: «È sicuramente giusto che queste tematiche siano affrontate da un punto di vista scientifico, ma è sbagliato ridurle a semplici battute da palcoscenico». Basta così? non basta no. «Contrariamente a quanto vorrebbero fare credere alcuni personaggi, che si ritengono depositari della verità rivelata o portatori di interessi diffusi, i cittadini genovesi sono favorevoli al progetto del termovalorizzatore».

L'ultimo che verrà costruito in Italia, e quindi «il più moderno». Scontato il riferimento al comico genovese, che ha già annunciato la sua partecipazione allo show - manifestazione contro l'inceneritore domani sera alle 21, in piazza Matteotti.

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