Anche in Italia avremo presto una rete di Breast Unit

Diagnosi precoce, disponibilità di terapie mediche e tecniche radiologiche potenti e sempre meno aggressive, ma soprattutto un approccio multidisciplinare alla malattia, tale da garantire un’assistenza coordinata e tempestiva, hanno fatto registrare straordinari avanzamenti nella lotta al carcinoma mammario. In Italia sono 450mila le donne colpite, con quasi 40mila nuovi casi diagnosticati ogni anno. Di carcinoma mammario, vantaggi della medicina mutidisciplinare e di normativa europea relativa al trattamento dei tumori alla mammella, si è parlato giovedì a Genova al Palazzo della Borsa, nel corso del convegno Breast Unit in Italia: aspettando il 2016. «Le breast unit sono un esempio di medicina multidisciplinare, in grado di offrire alla paziente con tumore mammario, un’assistenza dalla diagnosi fino alla riabilitazione», spiega il dottor Pietro Panizza, direttore SC Radiodiagnostica 1 dell’Istituto dei Tumori di Milano, presidente della sezione senologia Sirm, tra i promotori dell’incontro genovese. «Oggi sono una realtà già presente nei grossi Centri nazionali che si occupano di senologia ad alto livello». La normativa europea prevede che dal primo gennaio 2016, nei Paesi della Comunità, i tumori della mammella siano trattati nel contesto di breast unit. Il Governo Italiano ha recepito queste raccomandazioni. «A livello europeo è stato creato un iter di certificazione, Eusoma (European Society of Breast Cancer Specialists)», aggiunge Panizza. «É un riconoscimento che dovrebbe evidenziare i centri senologici di eccellenza, portare ad una omogeneità di trattamenti e ad una maggior integrazione dei medici che fanno parte del team multidisciplinare». Le Regioni dovrebbero stabilire il numero di brest unit e creare una rete di collegamento interaziendale. In Germania e Gran Bretagna questa certificazione è già stata avviata. In Italia sta partendo ora. Nell’ambito delle breast unit, la Radiologia contribuisce in modo determinante nel percorso diagnostico-terapeutico.

«La novità - sottolinea Pietro Panizza - riguarda un mammografo digitale, con un apparecchio aggiuntivo, la tomosintesi. Un sistema che dovrebbe consentire di vedere meglio le lesioni presenti. All’Int stiamo avviando studi clinici di confronto che implicano proprio la tomosintesi e l’ecografia, in aggiunta entrambe alla mammografia».

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