Dopo monsignor Wielgus, costretto a rinunciare allarcivescovado di Varsavia in seguito alle rivelazioni sul suo passato di informatore dei servizi segreti comunisti del suo Paese, unaltra figura di primissimo piano della Chiesa polacca finisce nel mirino della stampa con accuse molto pesanti. Questa volta si tratta nientemeno che del cardinale Stanislaw Dziwisz, per quarantanni segretario personale di Karol Wojtyla (quasi ventisette dei quali in Vaticano) e oggi arcivescovo di Cracovia.
Un giornale locale della città di Poznàn, il Glos Wielkopolski, sostiene che in passato Dziwisz avrebbe ignorato i segnali che gli giungevano, mentre era segretario del Papa, a proposito di casi di molestie sessuali attribuite allallora arcivescovo di Poznàn, monsignor Juliusz Paetz, e al sacerdote messicano Marcial Maciel. Dziwisz, secondo il giornale polacco che ha fama di scandalismo, avrebbe cercato con il suo silenzio (larticolo sintitola proprio «Il silenzio del cardinale Dziwisz») di «nascondere gli scandali».
Il quotidiano afferma che nel 2000 il segretario di Giovanni Paolo II non avrebbe informato il Papa della lettera che aveva ricevuto a proposito della condotta di monsignor Paetz, criticato per i suoi rapporti con alcuni chierici del seminario. Larcivescovo di Poznàn fu comunque allontanato dalla sua carica due anni più tardi, in seguito ad alcuni articoli pubblicati dallimportante quotidiano Reczpospolita. Analogamente, sostiene sempre Glos Wielkopolski, nel 2002 Dziwisz avrebbe «insabbiato» una lettera scrittagli dal sacerdote messicano Antonio Ornelas, membro del locale tribunale ecclesiastico, che denunciava le molestie sessuali sui seminaristi del fondatore dei Legionari di Cristo padre Marcial Maciel: anche costui fu allontanato dal suo posto solo nel 2005, per iniziativa di papa Ratzinger, nel frattempo succeduto a Wojtyla.
Il portavoce del cardinale Dziwisz ha reagito definendo larticolo di Glos Wielkopolski «una grande bugia». «Non cè alcuna testimonianza - ha detto padre Robert Necek della Curia arcivescovile di Cracovia -, larticolo non è fondato, laccusa è assolutamente ingiusta».
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