Antonveneta sarà di Abn-Amro entro fine anno

A settembre utili in crescita per Amsterdam. Bpi incassa l’ok di Deloitte alla stretta di Gronchi ma avverte: possibile sequestro della plusvalenza su Padova

Antonveneta sarà di Abn-Amro entro fine anno

Massimo Restelli

da Milano

Entro fine anno Antonveneta diverrà a tutti gli effetti una provincia dell’impero Abn-Amro. A dettare la tempistica è stata la stessa banca olandese che, tribunale permettendo, conta di sfruttare questo bimestre per chiudere l’acquisto del pacchetto rastrellato da Banca Popolare Italiana sotto l’egida dell’ex ad Gianpiero Fiorani.
Malgrado la battaglia finanziaria sia terminata, il pallino è infatti ancora nelle mani della Procura di Milano, chiamata a «sbloccare» la quota (39% circa) di Lodi e alleati: tra cui l’immobiliarista Stefano Ricucci e il finanziere Emilio Gnutti. Secondo gli accordi Abn subentrerà pagando 26,5 euro per azione per poi riproporre lo stesso prezzo nell’Opa sul residuo 30%: ieri il titolo ha chiuso a 26 euro (8 miliardi la capitalizzazione).
L’incasso è prossimo a 2,2 miliardi per la sola Bpi, che nel frattempo ha ottenuto il via libera della Deloitte e del collegio sindacale alla semestrale «corretta» da Divo Gronchi con 600 milioni di accantonamenti che hanno mandato i conti in rosso per 347,5 milioni. I sindaci hanno segnalato la «rigorosa ricognizione degli attivi» e la validità dell’aumento di capitale finalizzato alla tentata scalata ad Antonveneta. Una volta lasciata Padova si prospetta tuttavia un nuovo sequestro della plusvalenza (94 milioni da cui dedurre le spese), spiega la nuova relazione semestrale sottolineando la gestione verticistica di Fiorani e l’impatto di alcuni derivati sull’utile 2004.
Padova, che Abn conta di iniziare a integrare da gennaio, sarà valorizzata a multipli più che generosi, ma il presidente Rijkman Groenink affronterà l’ostacolo partendo da un 2005 migliore del previsto. Il primo segnale di fiducia è stato lanciato ieri quando Amsterdam ha sorpreso gli analisti con 1,2 miliardi di utili trimestrali a livello consolidato (più 14,8% sul settembre di un anno prima) e ritoccando al rialzo le stime del secondo semestre.
A spingere i conti (23,2% il Roe, più 15% l’utile operativo) ha contribuito la cessione della brasiliana Real Seguros, quella dell’olandese Nachenius Tjennk e in generale l’apporto del Nord America, ma Abn Amro ha subito preso il largo in Borsa (più 3,3%) mentre Deutsche Bank migliorava la propria pagella invitando ad acquistare il titolo.
Al netto delle partite straordinarie e considerato l’andamento «estremamente positivo» di settembre Groenink prevede infatti «almeno di eguagliare» il risultato della prima parte dell’anno (1,88 miliardi) migliorando così il quadro di flessione tracciato in agosto. L’acquisizione di Antonveneta è stata anche al centro dell’incontro con gli analisti del direttore finanziario Tom De Swaan secondo cui l’acquisto di Padova, di cui Amsterdam era già grande azionista, «si inserisce perfettamente nella strategia del gruppo». Il top manager ha spiegato che Antonveneta, affidata all’ad Piero Montani, si lascia «ben integrare» in Abn essendo entrambi i gruppi concentrati sulla clientela piccola e media.

Lo slittamento dovuto ai tempi del tribunale per il dissequestro del pacchetto in mano a Bpi ha tuttavia rimandato al 2006, un anno dopo rispetto alle attese al momento della prima Opa promossa a marzo, le sinergie sui costi confermate in 160 milioni entro fine 2007.

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