ANTROPOLOGIA DEL POTERE

Il 2 maggio l998 alcune delle famiglie europee più importanti del mondo politico e degli affari tenevano pronto lo champagne da stappare per lo storico momento in cui da Bruxelles i corrispondenti televisivi di tutti gli Stati d’Europa avrebbero annunciato la nascita dell’Unione Monetaria Europea. Ma soprattutto la nascita dell’unico vero sistema di governo e di potere su tutti i cittadini d’Europa: la Banca centrale europea (Bce). In Italia si aspettava l’apparizione in tv di un soddisfattissimo Prodi che, con il calice in mano, doveva festeggiare, insieme a Carlo Azeglio Ciampi, suo principale complice nella gigantesca svendita dei beni e del denaro degli italiani offerti in sacrificio alla nuova divinità «Europa», l’avvenuto tradimento.
In un divertente, anche se amarissimo libro, intitolato L’insostenibile pesantezza dell’euro, Antonello Zunino, noto analista finanziario, prefigurava (siamo nel l999), raccontandolo come contenuto di un suo sogno, quali sarebbero state le strade segretissime che avrebbero preso i politici, ma soprattutto i banchieri e gli economisti che avevano voluto a tutti i costi creare la moneta unica europea, per sfuggire alle ire e alle vendette dei popoli al momento del crac dell’euro. Il compito di accompagnarli fuori dalle loro nobili sedi in luogo sicuro, in grande segretezza, era stato affidato proprio a lui, Zunino, nella sua qualità di vecchio finanziere, buon conoscitore dei vizi piccoli e grandi degli abitanti del mondo più nefando di tutti, quello della creazione e dell’accumulo dei soldi. Il sottotitolo del libro spiega ancora meglio, infatti, la gravità del momento: «È iniziato il crepuscolo degli dei».
Che si siano sempre considerati come dei, i signori delle banche, centrali e non, insieme ai loro compagni d’affari, economisti e finanzieri, non c’e dubbio; ma che potessero cadere così in fretta dal loro empireo, erano stati davvero in pochi a prevederlo. La fuga viene portata a termine come tutti desideravano, e i nostri eroi ritornano sani e salvi al sicuro nelle proprie case. Chi erano? Zunino fa pochi nomi fra quelli italiani: Ciampi, Prodi, Monti, Visco, nomi talmente noti e ovvi che il citarli non sembrerebbe dover richiedere alcuna precauzione. Zunino, tuttavia, ha ritenuto che non fosse sufficiente, per tutelarsi da eventuali vendette, affidarsi a un romanzo di «fantaeconomia», ma addirittura a un sogno all’interno del romanzo. Qualche buona ragione nel temere rappresaglie la si poteva individuare nel fatto che, contrariamente alla giustizia sognata nel racconto, i traditori della patria erano (sono) diventati più potenti di prima, in base alla regola che più hanno tradito e più debbono essere ricompensati. Ciampi è stato infatti premiato dal Bilderberg e dalle altre potentissime società di cui è membro, con il massimo della carriera: è diventato presidente della Repubblica Italiana. Mario Monti, invece, anch’egli membro dei due club mondialisti più potenti, il Bilderberg e la Commissione trilaterale, è stato premiato, in maniera forse meno vistosa agli occhi del pubblico ma più significativa dal punto di vista del potere, in quanto è stato immesso nel Consiglio della Banca centrale europea \.
Romano Prodi, complice di Ciampi nella svendita dei beni dello Stato e nella rincorsa all’euro, alla cui inaugurazione avevano ambedue brindato «con le lacrime agli occhi», come ha detto Ciampi, è stato premiato con la nomina a presidente della Commissione europea. Se non fosse per il fatto che non esiste banchiere al mondo capace di spremere una lacrima, potremmo quasi credergli. Nessuno più di lui, infatti, aveva speso le proprie energie per convincere gli italiani che «entrare in Europa» era il miglior destino che potessero mai attendersi. Abbandonata la fiducia nello «Stellone d’Italia», i poveri italiani si sono affidati, con Prodi, a uno «Stellone» purtroppo mai sperimentato in precedenza, quello d’Europa, che ancora non ha manifestato neppure una briciola della carica magica attribuitagli.
Pochi centri di potere, silenziosi e invisibili, garantiscono dunque la carriera dei personaggi di maggior rilievo. A dire il vero gli italiani non sono molto numerosi fra i membri delle organizzazioni che governano il mondo al riparo dei rappresentanti politici ufficiali; possiedono però, in confronto ad altri, una preziosa virtù agli occhi dei vari club mondialisti: eredi di una lunghissima storia di governanti traditori della patria, sono i più entusiasti. Collaboratori del progetto di distruzione delle sovranità nazionali per la costruzione dell’Unione Europea e del Nuovo ordine mondiale. Francesco Cossiga, per esempio, diventato presidente della Repubblica per non essere riuscito a salvare, da ministro degli Interni, la vita del più importante uomo politico italiano, era figlio di varie generazioni di massoni e membro dell’Aspen Institute for Humanistic Studies, una delle tante istituzioni mondialiste che, più che dedicarsi agli studi umanistici, ha il compito, sotto la guida del Royal Institute for International Affairs (Riia) e della Fabian Society, di collegare in una rete di interessi reciproci, le classi dirigenti (politici e industriali) di tutti gli Stati, in preparazione del futuro Ordine mondiale. Insieme a Cossiga partecipavano, e partecipano, alle sedute dell’Aspen Institute i personaggi più influenti della società italiana, come Giuliano Amato, che è stato il presidente della Sezione italiana fino al l995, seguito da Carlo Scognamiglio e da Romano Prodi che, sempre nel l995, ne veniva nominato vicepresidente vicario. Poi, Umberto e Gianni Agnelli, Giorgio La Malfa, Giorgio Napolitano, Mario Draghi, Giulio Tremonti, Enrico Letta... Di Ciampi, che conosciamo già come devastatore delle finanze italiane tramite la massiccia svalutazione della lira e come liquidatore, con l’aiuto delle potenti banche Goldman Sachs, Merrill Lynch e Solomon Brothers, delle maggiori industrie dello Stato, è inutile forse sottolineare il fatto che appartiene a quasi tutte le organizzazioni semisegrete che guidano il mondo.

Oltre che del Bilderberg e dell’Aspen Institute, e membro della Banca dei Regolamenti internazionali (Bis), autentico vertice del capitalismo finanziario mondiale, di cui è stato anche vicepresidente. Giustamente, quindi, è stato premiato con la presidenza della Repubblica.

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